Dovbyk alla Roma, cosa manca per chiudere: la strategia di Ghisolfi

Per sbloccare la trattativa si è mosso anche il giocatore, che ha comunicato ai suoi dirigenti la sua volontà di trasferirsi in giallorosso
Roberto Maida
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ROMA - La missione è partita ed è quasi compiuta. Florent Ghisolfi è sbarcato a Girona per comprare Artem Dovbyk. E conta di tornare in giornata con l’accordo definitivo, magari già con il giocatore a bordo del volo privato DB Aviation decollato intorno all’ora di pranzo dall’aeroporto di Ciampino. La Roma, come era prevedibile, ha alzato la posta pur di non lasciarsi sfuggire il centravanti desiderato: lasciando inalterata la parte fissa dell’offerta, 32 milioni, ha aumentato a 6 i bonus (non tutti facili da raggiungere) concedendo alla controparte il 15 per cento (invece del 10) sulla futura rivendita. Ma c’è una clausola ulteriore e alternativa: se i bonus non dovessero concretizzarsi, i Friedkin si impegnerebbero comunque a pagare al Girona 40 milioni, quelli della clausola rescissoria ma con la rateizzazione in più anni permessa dalla transazione privata, ritirando a quel punto il 15 per cento sulla rivendita. Piena proprietà in cambio dell’intera somma richiesta dagli spagnoli.

Roma, l'accordo con Dovbyk

Davanti a questa proposta Pere Guardiola, fratello di Pep e presidente del Girona, impugnerà la penna per apporre l’autografo. E Dovbyk, che si è già accordato con la Roma per un contratto di cinque anni da 3,5 milioni netti a stagione più i premi, potrà raggiungere De Rossi e i nuovi compagni in tempo per il ritiro in Inghilterra, che comincia domenica: due settimane di allenamenti per conoscere i metodi di lavoro dell’allenatore e acquisire i meccanismi della squadra in vista del debutto in campionato, domenica 18 a Cagliari.


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Roma-Dovbyk, ci siamo: non ci saranno sorprese

Da giorni ormai era chiaro a tutti gli attori della trattativa il quadro generale: Dovbyk non avrebbe mai accettato l’Atletico Madrid, che pure aveva trovato l’intesa con il Girona, perciò l’unica soluzione era incontrare la Roma per delineare il trasferimento. E garantire una plusvalenza succosa al club venditore, che aveva speso appena 7 milioni per il centravanti ucraino nel 2023 quando giocava in patria, nel Dnipro. Ormai non ci saranno sorprese. Se Ghisolfi si è mosso, è perché sapeva di poter chiudere la partita in tempi relativamente rapidi. Ma anche per dimostrare al centravanti la forza del desiderio. Ieri sera, dopo una lunga giornata, erano a cena insieme. Ora tocca al presidente-comandante Friedkin stabilire il cerimoniale. Come è successo già con Dybala, Wijnaldum e Lukaku, i colpi a effetto della sua gestione, potrebbe essere lui a pilotare l’aereo che condurrà Dovbyk a Roma. Ma questi sono dettagli coreografici, evidentemente. Ciò che davvero conta è il perfezionamento dell’affare, costruito con pazienza dal procuratore ucraino Alex Liundovskyi e dall’intermediario italiano Gabriele Giuffrida. Entrambi, dopo le firme dei contratti, riceveranno il giusto compenso per il lavoro svolto.

Roma, la volontà di Dovbyk

Anche Dovbyk ha dato il suo contributo per sbloccare le resistenze del Girona comunicando la sua decisione: non avrebbe accettato altre destinazioni che non fossero la Roma. Ha già salutato il gruppo con il quale, in una stagione storica, ha chiuso la Liga al terzo posto meritando la prima qualificazione di sempre in Champions League. E potrebbe rinunciare anche a qualche premio pur di agevolare gli accordi.

Roma, Abraham è in uscita

È quasi ora di festeggiare, insomma. Intanto però l’imminente innesto di un centravanti strapagato spingerà Tammy Abraham a cercare un’altra squadra. Diversi agenti si stanno muovendo per pescare un’offerta che possa consigliare alla Roma di venderlo. La richiesta è intorno ai 25 milioni (trattabili). Finora a Trigoria sono arrivate solo manifestazioni d’interesse - una delle quali dall’Everton, di cui i Friedkin rimarranno partner dopo averne rifiutato l’acquisto - ma nel mese di agosto le cose possono cambiare. Curiosamente anche Abraham, classe ’97 come Dovbyk, costò 40 milioni ai Friedkin tre anni fa. Ma il suo appeal, dopo un anno sbagliato e un altro di recupero, è adesso decisamente diverso.


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ROMA - La missione è partita ed è quasi compiuta. Florent Ghisolfi è sbarcato a Girona per comprare Artem Dovbyk. E conta di tornare in giornata con l’accordo definitivo, magari già con il giocatore a bordo del volo privato DB Aviation decollato intorno all’ora di pranzo dall’aeroporto di Ciampino. La Roma, come era prevedibile, ha alzato la posta pur di non lasciarsi sfuggire il centravanti desiderato: lasciando inalterata la parte fissa dell’offerta, 32 milioni, ha aumentato a 6 i bonus (non tutti facili da raggiungere) concedendo alla controparte il 15 per cento (invece del 10) sulla futura rivendita. Ma c’è una clausola ulteriore e alternativa: se i bonus non dovessero concretizzarsi, i Friedkin si impegnerebbero comunque a pagare al Girona 40 milioni, quelli della clausola rescissoria ma con la rateizzazione in più anni permessa dalla transazione privata, ritirando a quel punto il 15 per cento sulla rivendita. Piena proprietà in cambio dell’intera somma richiesta dagli spagnoli.

Roma, l'accordo con Dovbyk

Davanti a questa proposta Pere Guardiola, fratello di Pep e presidente del Girona, impugnerà la penna per apporre l’autografo. E Dovbyk, che si è già accordato con la Roma per un contratto di cinque anni da 3,5 milioni netti a stagione più i premi, potrà raggiungere De Rossi e i nuovi compagni in tempo per il ritiro in Inghilterra, che comincia domenica: due settimane di allenamenti per conoscere i metodi di lavoro dell’allenatore e acquisire i meccanismi della squadra in vista del debutto in campionato, domenica 18 a Cagliari.


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