Un brivido. Saud Abdulhamid ha rischiato di non essere tesserato dalla Roma perché era sprovvisto del visto, fondamentale per lavorare in Italia. Ma l’intoppo burocratico è stato risolto in brevissimo tempo e la questione è stata superata. Il terzino destro, il primo giocatore dell’Arabia Saudita in Serie A, sta prendendo le misure con Trigoria, con una lingua diversa e con un calcio molto più tattico. Si è presentato tra sorrisi, speranze e ringraziamenti: «La Roma è un grande club, quando è arrivata l’offerta sono rimasto senza parole e non l’avrei rifiutata per alcun motivo». Per due giorni di seguito si è allenato con le riserve: sembra leggermente indietro e quindi servirà un periodo di rodaggio per vederlo all’opera in una partita ufficiale. Daniele De Rossi comunque potrebbe convocarlo per Juventus-Roma. Di fondo per allungare la panchina. A Torino, infatti, si viaggia verso la conferma di Celik sulla corsia di destra, senza calcolare poi che aggregato alla prima squadra c’è anche il baby Sangaré.
Roma, il curriculum di Abdulhamid
Abdulhamid finora ha giocato solamente in Arabia Saudita: ha vestito prima la maglia dell’Al-Itthihad, poi a gennaio del 2022 si è trasferito all’Al-Hilal, dove ha vinto l’ultimo campionato saudita realizzando 3 gol e 5 assist in 32 partite. Aveva come compagni di squadra Neymar, Milinkovic, Mitrovic e Ruben Neves. Roberto Mancini, ct dell’Arabia Saudita, lo considera un perno della nazionale: Saud, infatti, è un titolarissimo. Nel curriculum ha anche una partecipazione al Mondiale in Qatar. «Mancini mi ha consigliato di scegliere la Roma e grazie a Dio ho potuto accettare questa sfida», ha spiegato dopo la firma.