INVIATO A BERGAMO - La forza della Dea è nella sua umiltà. Anche se dalle tribune del Gewiss iniziano a crederci e cantano "vinceremo il tricolor". Gasperini conosce bene il suo popolo, "gente che ha i piedi ben piantati a terra", come ha detto venerdì sera dopo lo straordinario successo contro il Milan. "Solo chi non conosce gli atalantini può pensare che quel coro non sia ironico" raccontano le persone tra le vie della città a poche ore dal confronto con il Real Madrid in Champions. L'Atalanta, in qualsiasi caso, ora comanda la classifica della Serie A e stasera potrebbe estromettere dalla top 8 dell'Europa che conta i campioni in carica.
La strategia del club
Dopo aver alzato al cielo l'Europa League a Dublino il progetto nerazzurro è ripartito con motivazioni ancora più alte. Gasperini poteva andar via, invece è rimasto. Se il tecnico con il patron Antonio Percassi abbia mai parlato di scudetto non è dato saperlo: resta un argomento tabù da queste parti, chiuso a chiave negli uffici presidenziali del centro sportivo di Zingonia. Da lì non esce. Mai. "Il presidente non mi chiede mai niente, è straordinario - ha detto ieri l'allenatore in conferenza stampa - Anzi l'ultima volta mi ha detto che anche quest'anno mancava poco alla salvezza, una manciata di punti ancora e ci siamo". E ancora: "Non mi ha mai chiesto nulla come risultato, ha sempre puntato il dito sugli atteggiamenti, sul fatto di essere compatti, questo sembra una cosa banale, penso che sia proprio la sua forza". Eppure ci credono: i calciatori, lo staff, i dirigenti e, sotto sotto, anche la tifoseria. Con le big attardate e la classifica così compatta, questo può essere davvero l'anno dei miracoli. Anche in Europa.