L'esordio in Champions League a soli 18 anni contro la Juventus, lanciato da suo padre Sergio nel Porto. Storia di un predestinato che con il gol con cui ha permesso al Portogallo di battere in rimonta la Repubblica Ceca, a Lipsia, nella prima giornata del gruppo F di Euro 2024, è ora sempre meno "il figlio di" e sempre più se stesso. Anche se, essendo un'ala destra e portando quel cognome, Francisco Conceiçao evocherà sempre le giocate di suo padre.
I primi passi di Francisco Conceiçao
Oggi ventunenne, inizialmente soprannominato "Chico", quando nel 2017 è entrato a far parte delle giovanili del Porto, Francisco Conceiçao è stato ribattezzato "Messi di Olival". Suo padre lo ha lanciato in prima squadra nel febbraio 2021, contro il Boavista. Prima, tanta gavetta. Francisco Conceiçao gioca a calcio da quando aveva 8 anni, da quando suo padre è tornato in Portogallo dopo l'esperienza in Belgio alla giuda dello Standard Liegi. Aggregato al Belenenses, lo Sporting Lisbona si è mosso subito per tesserarlo insieme a Nuno Mendes, Eduardo Quaresma e Joelson Fernandes, tutti inseriti nella lista NXGN 2021 dei migliori calciatori adolescenti al mondo.
Conceiçao, una famiglia nel pallone e l'abbraccio con Ronaldo
In una famiglia di calciatori (oltre al papà campione d'Italia con la Lazio nel 2000; fratelli Sergio, Rodrigo e Moises giocano rispettivamente nel Feirense, nello Zurigo e nel Leixoses, Francisco Conceiçao, legato al Porto fino al 30 giugno 2027, è la stella più luminosa. All'attivo ha già 93 presenze, 11 gol e 13 assist con il Porto. Ha giocato anche in prestito all'Ajax con cui ha totalizzato 28 presenze, realizzato una rete e offerto 3 assist. L'inizio di una storia che a Lipsia, contro la Repubblica Ceca, ha toccato quello che, finora, è il momento più alto: gol decisivo dopo tre minuti dal suo ingresso in campo e abbraccio con Ronaldo al fischio finale. Diciotto anni di differenza, un simbolico passaggio di consegne. È il suo terzo gol in maglia Portogallo. Un gol pesantissimo e speciale. Di certo indimenticabile. Per lui e per papà Sergio.