Alice Campello: "Quando io e Morata avevamo paura a uscire di casa: ecco perché"

L'influencer, modella e imprenditrice, nonché moglie dell'ex giocatore bianconero, si è raccontata in un'intervista rilasciata a Marca
Alice Campello: "Quando io e Morata avevamo paura a uscire di casa: ecco perché"© LAPRESSE
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Alice Campello ha rilasciato una lunga intervista a Marca nella quale ha parlato della sua vita accanto ad Alvaro Morata. La modella e imprenditrice veneziana non ha seguito il marito in Qatar per i Mondiali perché all'ottavo mese di gravidanza. La 27enne è dunque rimasta a Madrid insieme ai tre figli Leonardo, Edoardo e Alessandro. "Abbiamo cambiato casa molte volte. - ha raccontato Lady Morata - Mi sono trasferita già circa 8-10 volte. Non puoi mai organizzarti, non so cosa mi succederà tra due o cinque anni. Quella è la parte più complicata, soprattutto ora che ho tre figli, quasi quattro. Ma è anche molto bello, il calcio ti regala emozioni che non avrei mai immaginato. Come in ogni cosa nella vita, ci sono aspetti positivi e aspetti negativi".

Morata, Alice e la paura di uscire di casa

Essere un calciatore famoso ha i suoi pregi e difetti. Alice Campello ha spiegato che quando si è un personaggio pubblico e si sta attraversando un brutto momento tutti lo sanno e questo di certo non aiuta. In certi casi si ha addirittura la paura di stare in mezzo all'altra gente. "A volte - ha confidato l'amica di Chiara Ferragni - è difficile anche uscire di casa. Vai al supermercato e ti trovi persone che ti aggrediscono, che hanno da ridire pure sui bambini. Questa è la parte un po' brutta, ma ci si fa l'abitudine".

La vita imperfetta di Alvaro Morata e Alice

Gli ultimi Europei non sono stati una passeggiata per Alvaro Morata e la moglie ha così ricordato quei momenti: "Non volevamo nemmeno uscire di casa, non volevamo vedere nessuno per non ricordarci quei momenti. Alla fine è successo quello che è successo e ora al Mondiale le cose sono cambiate A volte anche andando allo stadio mi sono sentito giudicata. Le persone che mi stavano vicino mi guardavano come se avessi sbagliato qualcosa. Ora parlo di cose brutte, ma ci sono tante cose belle. Nella stessa partita ti può sembrare che il calcio sia il peggiore del mondo e poi in un secondo tutta la situazione cambia. Quelle emozioni e quei cambiamenti sono molto belli".


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