L'ex calciatore Davide Bombardini si è difeso dall'accusa di tentata estorsione nei confronti di un imprenditore. I fatti risalgono al 2018. Due dei tre imputati, Bombardini e l'ultrà dell'Inter Andrea Beretta, hanno raccontato la loro versione dei fatti davanti all'ottava sezione penale del Tribunale di Milano, smentendo di fatto tutte le accuse avanzate dalla procura, ovvero di aver minacciato l'imprenditore per avere indietro una somma di 100mila euro legata all'acquisto delle quote sociali di un'azienda, la "Milano Procaccini s.r.l.".
Bombardini si difende: "Ho incontrato l'imprenditore ma non l'ho minacciato"
Tramite l'avvocato Danilo Buongiorno, Bombardini ha ammesso di aver incontrato nel 2018 l'imprenditore, senza però averlo minacciato con toni violenti. Lo stesso Beretta, difeso dal legale Mirko Perlino, ha confermato la versione dell'ex centrocampista. Secondo l'accusa del pm Leonardo Lesti, Bombardini avrebbe incontrato l'imprenditore in un cantiere del capoluogo lombardo il 28 novembre 2018. Presenti in quell'occasione anche Beretta, Claudio Morra e una quarta persona ma identificata. Dopo le presunte minacce, Bombardini avrebbe poi richiamato al telefono l'imprenditore il giorno successivo, intimandogli di dare i soldi entro quella sera. La vittima si è rivolta poi alle forze dell'ordine per denunciare l'accaduto. Si proseguirà con il processo il prossimo 13 aprile.