Gli over 12 senza green pass rafforzato non vanno in campo

Il prof Grauso: «Il decreto legge per gli sport di contatto parla chiaro. I minori per giocare anche all'aperto devono essere vaccinati. Fondamentale il ruolo dei genitori. Attenzione, l'abbandono dell'attività fisica ha risvolti deleteri»
Biagio Angrisani
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ROMA - Fare sport in sicurezza in tempo di Covid. L’attività sportiva è importante a qualsiasi età, ma per i fanciulli e ragazzi è fondamentale. In Italia, base alle ultimo decreto legge del 30 dicembre 2021, dal 10 gennaio scorso per praticare sport di contatto al chiuso o all'aperto, occorre avere il green pass rafforzato e non sono ammesse autocertificazioni o certificazioni diverse da quelle previste dalla normativa. È chiaro che la vaccinazione dei minori, specie in età fanciullesca, è nelle mani dei loro genitori o dei tutori. E i genitori che non fanno vaccinare i figli tolgono la possibilità ai loro ragazzi di fare sport di squadra. Il professore Aldo Grauso, attento psicologo del mondo dello sport, sull’argomento è categorico: «I genitori devono pensare alla socialità dei loro figli. I bambini e i ragazzi non vaccinati vanno in “drop out”, ossia tagliati fuori dalle attività sportive in un’età molto delicata per il loro sviluppo formativo».

Il vaccino e i ragazzi.
«Il vaccino sui giovanissimi ha meno effetti collaterali, già minini, rispetto a fasce d’età più elevate. Ed è importante vaccinarsi per avere una vita relazionale normale, con uno sviluppo psicofisico sano. I vaccini sono testati con ampia casistica dai Paesi più evoluti. Oggi un bambino che fa attività di base preagonista e agonistica se non è vaccinato non può giocare in squadre di calcio, rugby, basket, pallavolo, etc. etc. Esiste un protocollo preciso e va rispettato. Dal 10 gennaio scorso anche per coloro dai dodici anni in poi che svolgono attività sportive di gruppo all’aperto devono avere il green pass rafforzato. E i genitori devono sintonizzarsi sui bisogni reali dei figli. Senza il green pass non si partecipa alla vita sportiva di gruppo. Attenzione, uscire dal gruppo è deleterio. I ragazzi senza il green pass rafforzato restano a casa e perdono i contatti sportivi con i loro amici. Un danno individuale e di gruppo. Viene meno la ritualità e scema la passione in un’età molto delicata. Come c’è l’abbandono scolastico in migliaia di casi all’anno in Italia (primo Paese occidentale ad avere questo triste primato), così si abbandona anche lo sport. Basta poco».

Green pass rafforzato per continuare a giocare in una squadra.

«Esatto. I ragazzi vaccinati continueranno a fare parte dei gruppi sportivi svolgendo regolarmente allenamenti e attività agonistica. Le motivazioni restano intatte e lo stesso gruppo sportivo si rafforza evitando danni individuali (abbandono della disciplina) e collettivi (team meno numeroso e demotivato)».

Un corto circuito da evitare.
«Il problema coinvolge tutti - aggiunge il dottor Grauso, docente di psicologia dell’università Unicusano e membro della commissione medio-scientifica Lega B e Lega Nazionale Dilettanti Figc - anche le stesse società sportive. Coloro che non sono vaccinati non possono fare attività e giocoforza diminuisce il numero degli iscritti. Da un ruolo attivo in campo a una fase inattiva tra le mura domestiche spesso passa attraverso le scelte arbitrarie dei genitori».


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