Spalletti nuovo ct Italia: incontro con Gravina a Forte dei Marmi

Per l’allenatore campione d’Italia resta il nodo clausola.  Conte l’alternativa
Fabrizio Patania
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Un addio scritto sulla sabbia di Mykonos, isole Cicladi, recapitando la lettera, inviata via Pec (posta certificata) e allegando la firma a penna su un foglio bianco, sabato sera in via Allegri. Roberto Mancini non è più il ct dell’Italia. Si è dimesso, pensando invano di sollecitare la mossa o il rilancio di Gravina e della Federazione, gli stessi che lo avevano protetto e difeso dopo l’eliminazione dal Mondiale 2022. Bonus finiti nel gelo, decisione shock. Prevaleva l’irritazione (è un eufemismo) per i tempi e le motivazioni, non comprese, a una settimana dalle preconvocazioni per la doppia sfida europea con Macedonia (9 settembre) e Ucraina (12). Un terremoto azzurro. Le dimissioni sono state accettate. Ecco la nota diffusa appena si è conosciuta la notizia: «La Figc comunica di aver preso atto delle dimissioni di Mancini dalla carica di ct della Nazionale ricevute sabato nella tarda serata. Si conclude una significativa pagina di storia degli azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le finali di Nations nel giugno 2023; in mezzo la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra... La Figc comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo ct». Non c’è bisogno di interpretare. Da un certo punto di vista (non contrattuale) era finita da un pezzo. Il tentativo di scuotere l’Italia e lo stesso Mancio, portando una ventata di aria nuova nello staff, andavano in una certa direzione, ma l’addio è difficilmente spiegabile. In via Allegri sono convinti che un’offerta in arrivo dall’Arabia Saudita o da un grande club lo abbia spinto verso il divorzio.

Nazionale, avanza Spalletti

Mai successo che la Nazionale restasse senza ct il 13 agosto, a pochi giorni dal via della Serie A, a meno di un mese da partite decisive per il cammino verso l’Europeo 2024 in Germania, dove contiamo di presentarci (se chiuderemo al secondo posto dietro l’Inghilterra) per difendere il titolo. Spalletti, campione d’Italia con il Napoli, è il candidato in pole position per la successione, a patto di pagare la penale di 2,8 milioni per liberarlo dal vecchio contratto con De Laurentiis. Materia da trattare con prudenza, a meno che Adl non compia un grande gesto, come tutti si augurano, o agevoli il percorso. Un conto sarebbe stato vedere Luciano sulla panchina di un club, un altro alla guida del Club Italia. Antonio Conte, dopo la separazione dal Tottenham, è l’altro candidato forte, ma forse ancora più costoso e non troppo interessato a tornare in Nazionale, dopo il biennio (2014-16) sotto la gestione Tavecchio. Andiamo con ordine. 

Italia verso la ricostruzione

Mancini da qualche giorno era tormentato dal dubbio. Gravina, nel piano di riordino dei quadri tecnici, gli aveva affidato il coordinamento delle Under 21 e 20. Un parto faticoso e consumato (con l’annuncio) il 4 agosto. Il presidente, già da un anno, voleva snellire e asciugare il corposo staff tecnico che ha sempre accompagnato il ct. Alcune scelte sono state condivise, altre meno. In ogni caso Mancini aveva deciso di andare avanti, almeno sino al 7 agosto, quando erano stati appena annunciati i nuovi quadri e l’arrivo di Buffon nel ruolo di capodelegazione che era stato di Vialli. Venerdì 11 il ct ha telefonato dalla Grecia a Gravina, confessando i suoi disagi. Il giorno dopo si sarebbero dovuti risentire, non è successo, silenzio da una parte e dall’altra. Roberto aveva preso altre 24 ore di riflessione, sabato in via Allegri è arrivata la sua lettera di dimissioni. Gravina non ha rilasciato dichiarazioni. Mancini si è congedato attraverso un messaggio social: «Le dimissioni sono state una mia scelta personale. Ringrazio il presidente Gravina per la fiducia, insieme a tutti i membri della Figc. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e tifosi che mi hanno accompagnato in questi cinque anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell’Europeo. È stato un onore». Si è dimesso Mancini, ma non ancora Oriali e gli altri suoi collaboratori più stretti.

Italia, gli indizi portano a Spalletti

Gravina in queste ore sta riflettendo e ha avviato le consultazioni. Di sicuro sceglierà un big, per reggere l’urto e le pressioni. L’Italia merita rispetto e ha bisogno di un allenatore di prestigio, ci sono anche contratti con gli sponsor e un’immagine da difendere. Da escludere tecnici giovani, usciti dalla classe dei campioni del mondo 2006 (Cannavaro, De Rossi, Grosso). Tutti gli indizi portano verso Spalletti, toscano, reduce dallo scudetto e dall’azzurro di Napoli, in vacanza in Versilia: Gravina in queste ore potrebbe raggiungerlo e incontrarlo a Forte dei Marmi. Mancini lascia un ingaggio da 4,5 milioni netti sino al 2026. Una penale da quasi 3, destinata a esaurirsi in dodici mesi, separa Luciano da Coverciano. Un campione d’Italia per la Nazionale.


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