Ct Italia, come stanno le cose: da Gattuso a Mourinho, retroscena e indizi

La decisione di Ranieri ha colto impreparato Gravina. Il profilo: un risultatista che sappia incidere con pochi allenamenti. Tra gli eroi di Berlino anche DDR e Cannavaro
Fabrizio Patania

C'è il buio oltre il no di Ranieri e anche una comprensibile pausa di riflessione, perché i danni sono di proporzioni incalcolabili, il Mondiale 2026 sta fuggendo via con la Norvegia, e non si può sbagliare niente. È apparso anche una striscione di contestazione a Coverciano nella notte di Italia-Moldavia. Per questo motivo Gravina ha blindato le manovre federali: sarebbe servita una riservatezza superiore per arrivare a martedì, cioè ieri, annunciando la risoluzione con Spalletti e l’ingresso di Sir Claudio da nuovo ct. Ora, è chiaro, occorre tempo. Uno o due giorni? Forse di più, pur essendo indispensabili tempi rapidi, ma è più importante scegliere nel miglior modo possibile e presentare una soluzione adeguata. La Nazionale gioca a settembre, deve battere l’Estonia e Israele sul neutro di Debrecen in Ungheria, altrimenti entrerebbe in discussione anche il secondo posto.

Italia, la Figc corre ai ripari

Persino i playoff, l’autentica maledizione dell’Italia, possono diventare un traguardo sospirato. Il che dimostra come continui la deriva del calcio italiano dopo le esclusioni del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. A forza di definire insopportabile l’idea di saltare tre Mondiali di fila si è dimenticata una verità schiacciante: il disastro non dipende dai ct. Mancini e Spalletti sono due top e li abbiamo bruciati. Partiamo da qui e dal profilo tratteggiato in via Allegri per l’emergenza. «No giochista. Uno da risultato. Concretezza, empatia, motivazioni. Dobbiamo andare al Mondiale, vincere 6 partite e il probabile playoff. Un istant coach che riesca a dare una scossa con due giorni di allenamento a settembre. Non c’è tempo in Nazionale. Una figura, se possibile, di prestigio. Un allenatore di personalità». Messa giù così, Ranieri era l’ideale. L’unico appetibile al momento. Da escludere, dopo l’addio del 2023, un ritorno di Mancini. Servirebbe un chiarimento con Gravina, come minimo. È uscito di scena Pioli, l’altro nome sino a poche ore fa in concorrenza con Ranieri. Era stato preallertato da Gravina dopo l’Europeo 2024, ma rientrava in un progetto differente, legato ai giovani. Sono cambiati gli scenari, sta trattando con la Fiorentina, aspetta solo il 10 luglio per svincolarsi dall’Al Nassr. 


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Panchina Italia: Gattuso in pole, ipotesi De Rossi e Cannavaro

Torna, come ogni volta, l’idea di un campione del mondo 2006 e nella Nazionale di Lippi sono cresciuti diversi allenatori. Rino Gattuso sarebbe davanti a Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi, che aveva fatto parte dello staff di Mancini e decise di lasciare un sentiero azzurro già disegnato. Una telefonata all’ex centrocampista del Milan pare ci sia stata. Ringhio ha esperienza di Serie A, possiede l’immagine muscolare del condottiero. Vedremo.

Italia, il sogno è Mourinho

Dagospia, a proposito di motivatori, ha lanciato la suggestione Mourinho, sotto contratto sino al 2026 con il Fenerbahce. L’idea avrebbe un senso, la fattibilità è altamente improbabile. Servirebbe un ingaggio super che la Figc, maneggiando anche soldi pubblici, non può permettersi. Gravina ha un budget di circa 2,5 milioni. Gli ultimi dodici mesi di stipendio lasciati sul tavolo da Spalletti, che firmerà nei prossimi giorni la risoluzione consensuale. Un precedente esiste e risale al 2014, gestione Tavecchio, quando la Federazione riuscì a ingaggiare Antonio Conte, fuggito dalla Juve. Il sostegno esterno degli sponsor permise di alzare la posta per l’ingaggio e mettere sotto contratto l’attuale campione d’Italia del Napoli. Per convincere José a lasciare il Bosforo e tornare in Italia andrebbe allestita un’operazione mostruosa. Ct oggi significa cercasi tecnico. Evitare perditempo e numeri anonimi. 


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C'è il buio oltre il no di Ranieri e anche una comprensibile pausa di riflessione, perché i danni sono di proporzioni incalcolabili, il Mondiale 2026 sta fuggendo via con la Norvegia, e non si può sbagliare niente. È apparso anche una striscione di contestazione a Coverciano nella notte di Italia-Moldavia. Per questo motivo Gravina ha blindato le manovre federali: sarebbe servita una riservatezza superiore per arrivare a martedì, cioè ieri, annunciando la risoluzione con Spalletti e l’ingresso di Sir Claudio da nuovo ct. Ora, è chiaro, occorre tempo. Uno o due giorni? Forse di più, pur essendo indispensabili tempi rapidi, ma è più importante scegliere nel miglior modo possibile e presentare una soluzione adeguata. La Nazionale gioca a settembre, deve battere l’Estonia e Israele sul neutro di Debrecen in Ungheria, altrimenti entrerebbe in discussione anche il secondo posto.

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Persino i playoff, l’autentica maledizione dell’Italia, possono diventare un traguardo sospirato. Il che dimostra come continui la deriva del calcio italiano dopo le esclusioni del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. A forza di definire insopportabile l’idea di saltare tre Mondiali di fila si è dimenticata una verità schiacciante: il disastro non dipende dai ct. Mancini e Spalletti sono due top e li abbiamo bruciati. Partiamo da qui e dal profilo tratteggiato in via Allegri per l’emergenza. «No giochista. Uno da risultato. Concretezza, empatia, motivazioni. Dobbiamo andare al Mondiale, vincere 6 partite e il probabile playoff. Un istant coach che riesca a dare una scossa con due giorni di allenamento a settembre. Non c’è tempo in Nazionale. Una figura, se possibile, di prestigio. Un allenatore di personalità». Messa giù così, Ranieri era l’ideale. L’unico appetibile al momento. Da escludere, dopo l’addio del 2023, un ritorno di Mancini. Servirebbe un chiarimento con Gravina, come minimo. È uscito di scena Pioli, l’altro nome sino a poche ore fa in concorrenza con Ranieri. Era stato preallertato da Gravina dopo l’Europeo 2024, ma rientrava in un progetto differente, legato ai giovani. Sono cambiati gli scenari, sta trattando con la Fiorentina, aspetta solo il 10 luglio per svincolarsi dall’Al Nassr. 


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