Come si tirano i rigori e come si para dopo gli errori: l'Italia ai playoff con Retegui e Donnarumma

L'attaccante con una doppietta riscatta il penalty fallito contro l'Estonia, Gigio evita una serata complicata. In attesa della Norvegia, l'Italia batte Israele 3-0 (segna anche Mancini) e Gattuso continua a vincere
Chiara Zucchelli
4 min

INVIATA A UDINE - Ai ragazzi di oggi, quelli che la vita amano scoprirla da aforismi su Instagram e trend virali su Tik Tok, piace tanto una frase: "Non conta quante volte cadi, ma come ti rialzi ogni volta". Nella notte in cui Udine - e lo stadio Friuli - passano da città fantasma a centro di guerriglia urbana, l'Italia di Rino Gattuso batte 3-0 Israele e si assicura, almeno, l'accesso ai playoff per andare al Mondiale. Lo fa vincendo 3-0 nel modo più classico che c'è: il numero 9 segna, il numero 1 para. E allora sì che sono loro, Mateo Retegui e Gigio Donnarumma, a prendersi la scena: l'attaccante riscatta il rigore fallito in Estonia e dimostra di aver capito la lezione. Via i sofismi, tiro forte, centrale e potente, niente da fare per Glazer. Rigore che, tra l'altro, si era procurato lui stesso al 45' del primo tempo, steso in area da Baltaxa. Il secondo gol è una magia: Retegui recupera un pallone sulla trequarti, si gira e dal limite dell'area punta l'incrocio. Applausi a scena aperta. Il tris, all'85', potrebbe farlo Pio Esposito, entrato nella ripresa, ma da posizione favorevole non colpisce benissimo e spara addosso al portiere. Ci pensa, nel finale, Gianluca Mancini di testa, la specialità della casa. In mezzo tanto Donnarumma e qualche ballo di troppo in difesa. La stella del City in serata di grazia blinda l'Italia: due volte su Solomon, la seconda da campione qual è, visto che si allunga e con la mano toglie un pallone impossibile dalla traiettoria della porta. Israele, pur senza impressionare, approfitta di una serata non brillante di Di Lorenzo e di qualche incertezza della difesa e all'inizio mette paura agli azzurri con Gloukh, il cui tiro termina a lato.

Il merito di Gattuso: l'Italia è un gruppo vero

L'Italia, però, rispetto al passato è squadra vera, intesa come gruppo e si vede quando tutti cercano di aiutarsi: Locatelli, ad esempio, parte male, ma Barella e Tonali fanno muro intorno a lui che, infatti, cresce col passare dei minuti. Raspadori, invece, fatica più del solito, al contrario di Cambiaso (suo il primo tiro pericoloso degli Azzurri) ma in attacco Retegui vale per tre e si prende una meritata standing ovation. E in un'Italia che deve fare a meno di Kean, tornato a Firenze infortunato, è una notizia ottima. Perché in fondo, il calcio, è una cosa semplice: l'attaccante segna, il portiere para. Non è un aforisma di Instagram né un trend virale su Tik Tok, ma a Rino Gattuso piacerà lo stesso. Ai playoff di marzo, in fondo, manca davvero poco.


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