Martinelli l’italiano della Seleçao

Stefano Chioffi
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Quando arrivò all’aeroporto di Heathrow, nell’estate del 2019, Gabriel Martinelli era considerato dai cronisti dei tabloid londinesi “the mystery boy”, il ragazzo spuntato dal buio: non aveva un profilo su wikipedia ed era quasi invisibile anche per i motori di ricerca di internet. Era stato lasciato libero dal Corinthians e giocava nell’Ituano, serie D brasiliana, lo stesso club che aveva portato Luiz Felipe alla Lazio. Un attaccante da sei gol, classe 2001, costato all’Arsenal sette milioni di sterline. Trattativa impostata dal direttore sportivo Edu, dopo che Gabriel Martinelli era stato seguito a lungo nel campionato Paulista da Francis Cagigao, capo degli osservatori, protagonista nel 2003 del passaggio di Fabregas dalla cantera del Barcellona ai Gunners.

In questi tre anni, dal primo giorno trascorso a Londra, nel quartiere di Highbury per le visite mediche, al Mondiale in Qatar, Gabriel Martinelli è diventato uno dei valori dell’Arsenal e della Seleçao. Cinque gol e due assist in Premier nel 4-2-3-1 di Arteta, primo in classifica e in lotta per un titolo che manca dal 2004, dai tempi di Wenger, mentre il ct brasiliano Tite (origini venete) ha deciso di lasciare Firmino a casa per fargli posto nella lista dei convocati. Così è salito sull’aereo con Neymar, Richarlison, Vinicius Junior, Rodrygo, Antony, Gabriel Jesus, Raphinha e Pedro, bocciato dalla Fiorentina e campione in Libertadores con il Flamengo.

Ha antenati italiani, legati all’albero genealogico del papà Joao Carlos. E fino al 2020 aveva valutato la possibilità di scegliere la nazionale azzurra. Ha il doppio passaporto, anche se è nato a Guarulhos, la città del lago dos Patos e del parco Maia, in provincia di San Paolo. Era entrato nei radar di Mancini, ma poi ha deciso di indossare la maglia della Seleçao. Ala classica, finte e velocità, tecnica raffinata, sterza davanti ai terzini e fa saltare il banco. Il suo inserimento nell’Arsenal aveva rischiato di complicarsi a causa di una lesione alla cartilagine del ginocchio sinistro. Si era infortunato il 21 giugno del 2020. “Avevo avvertito una fitta in allenamento, ma non mi ero fermato. Ho capito la gravità il giorno dopo, quando mi sono alzato dal letto. Ho iniziato a piangere”, ha detto al Daily Mail.

L’intervento chirurgico, sei mesi di stop, l’affetto di Arteta, chiamato dal proprietario americano Josh Kroenke dopo l’esonero di Emery. In Inghilterra scrivono che il Paris Saint Germain si è interessato a Gabriel Martinelli, 23 gol e 15 assist in 104 partite. Il contratto scade nel 2024: esiste un’opzione che consente all’Arsenal di prolungarlo di un anno. In Brasile lo chiamavano Gabinho. Un metro e 78, ingaggio da 5,6 milioni di sterline, il procuratore è Rafael, amico di famiglia. Abita a London Colney, vicino al centro sportivo dell’Arsenal. Dopo una lunga relazione con Rachel Akemy, ora è fidanzato con Isabella Rousso, che vive a Rio de Janeiro e studia medicina. Il primo gol da professionista? Al Taboao da Serra, quando giocava nell’Ituano. “Ho imparato a calciare al volo grazie alla pazienza di papà Joao Carlos. L’altra mia fortuna è stata la dolcezza di mamma Elizabete. L’impatto con la Premier? David Luiz mi aiutò tanto”, ha raccontato a “The Players Tribune”.


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