Fallimento Belgio: furia Lukaku, spogliatoio dilaniato, Martinez lascia

Flop generazionale: Romelu spacca la panchina con un pugno e ora è allarme anche per l’Inter
Fallimento Belgio: furia Lukaku, spogliatoio dilaniato, Martinez lascia© Getty Images
Davide Palliggiano
4 min

La panchina spaccata con un pugno, la delusione per quelle occasioni mancate e la tristezza per la prematura eliminazione al Mondiale. «Romelu Lukaku quei gol li avrebbe fatti a occhi chiusi» hanno scritto in Belgio dopo il pari con la Croazia costato caro alla nazionale che 4 anni fa, in Russia, arrivò fino alle semifinali. Le condizioni dell’attaccante hanno fatto la differenza, purtroppo per i Diavoli Rossi in negativo. Ma lo stato di forma di Big Rom adesso è già diventata inevitabilmente una questione tutta dell’Inter, che spera di ritrovarlo tirato a lucido alla ripresa del campionato, il 4 gennaio, contro il Napoli. Dopo le occasioni fallite contro la Croazia Thierry Henry, che nel Belgio è un assistente di Roberto Martinez, ha provato a consolarlo mentre era in lacrime. Si fa anche il suo nome per il nome di successore del ct, che ieri ha annunciato la fine della sua storia con la nazionale: «L’eliminazione non cambia nulla, anche se fossimo diventati campioni avrei lasciato. La mia è una decisione presa prima del Mondiale» ha detto il catalano, in scadenza comunque a fine anno. «Abbiamo vinto la prima partita contro il Canada senza essere noi stessi. La sconfitta con il Marocco è stata invece meritata, ma contro la Croazia abbiamo creato molte occasioni. Possiamo tornare a casa a testa alta, senza nessun rimpianto». Martinez, come raccontato da più giocatori, ha annunciato in lacrime la sua decisione negli spogliatoi: «Siamo rimasti sorpresi - ha svelato Batshuayi, ieri lasciato in panchina per 90' - Tanti giocatori hanno pianto, per loro era l'ultima in un Mondiale».

La Next Gen

La sua storia con il Belgio è durata sei anni in cui è stato incapace di portare al successo quella che da tutti è stata considerata una generazione d’oro e che in Qatar era all’ultima chiamata. Non secondo lui: «Ci sono ancora giocatori come Tielemans e Doku che faranno grandi cose in futuro. La generazione d’oro ha permesso ad altri di crescere». E proprio uno di quelli che rappresentano al meglio la Next Generation belga non se l’è sentita di gettare la croce addosso a Lukaku: «Romelu ha avuto occasioni per segnare, ma l’eliminazione non è solo colpa sua - ha ammesso Doku, efficace nel secondo tempo sulla fascia sinistra - C’abbiamo provato tutti, volevamo vincere, ma siamo stati sfortunati: è un vero peccato. Eravamo venuti in Qatar per fare meglio di quattro anni fa. Per vincere la Coppa del Mondo. E ora siamo già fuori». Una delusione che ha coinvolto i più giovani, come il ventenne Doku, ma anche i più esperti, come il 35enne Vertonghen, primo per presenze in nazionale (144) e voce più rumorosa in uno spogliatoio che secondo i media belgi ha vissuto diverse spaccature. «Siamo orgogliosi di essere belgi, ma è impossibile avere una squadra di 26 amici. Basta scendere in campo per vincere, avere la mentalità giusta».

«Grazie Martinez»

Quella che al Belgio, soprattutto nella gara contro il Marocco, è mancata. Colpa di tutti, nessuno escluso. Lukaku, con le sue occasioni fallite, è inevitabilmente il principale imputato, ma le prestazioni di fuoriclasse come Eden Hazard, De Bruyne o gli altri della vecchia guardia sono state al di sotto delle aspettative. Si è chiuso un ciclo, per il quale la federcalcio belga ha ringraziato il ct Martinez attraverso un comunicato firmato dall’ad Peter Bossaert: «Quattro anni consecutivi al numero 1 del ranking Fifa, 3° posto ai Mondiali 2018, qualifi cazioni agli Europei nel 2021, Final Four di Nations League nel 2021 e ora anche ai Mondiali 2022 in Qatar. Con la sua squadra, Roberto ha lasciato un'enorme eredità alle generazioni future». Per la sua successione, al di là del nome di Henry, si fanno già quelli di Preud'homme, Vanhaezebrouck e Clement.


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