Kang-in Lee, il figlio del reality show

Prima la tv, poi un provino nel Valencia: così ha costruito la propria carriera ottenendo un posto nella Corea del Sud ai Mondiali
Kang-in Lee, il figlio del reality show© EPA
Stefano Chioffi
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Un reality show gli ha cambiato la carriera: prima pietra della sua storia, nata in tv. Kang-in Lee, figlio di un maestro di taekwondo, si è aperto le porte del calcio grazie a un programma che si chiama Fly Shoot Dori, prodotto dalla KBS, emittente della Corea del Sud. Era il 2007, aveva sei anni, quella trasmissione gli consentì di ottenere un posto nella football school diretta da Yoo Sang Chul, ex centrocampista, considerato a Seul uno dei pionieri della nazionale, e di entrare più avanti nel vivaio dell’Incheon United. La passione per il pallone si è rafforzata sui campi della Seokjeong Elementary School: un bambino prodigio anche per i talent scout. E così, nell’estate del 2011, è salito con i genitori sull’aereo per l’Europa. Due provini: il primo, con il Villarreal, non è stato baciato dalla fortuna, mentre il secondo - nel centro sportivo del Valencia Mestalla - gli ha fatto trovare in tasca il biglietto giusto della lotteria. Promosso. Il club spagnolo gli ha garantito vitto, alloggio e un lavoro ai suoi genitori. Dal reality show alla Liga. Dieci anni a Valencia: gli studi, il primo contratto da professionista, quarantaquattro partite e due gol. Fino al 2021, quando si è svincolato e ha scelto il Maiorca. Nella squadra allenata dal messicano Javier Aguirre, alle Baleari, è entrato nel gruppo dei giovani più interessanti del campionato spagnolo, guadagnando spazio anche all’interno della nazionale, diretta dal portoghese Paulo Bento. Nel Maiorca gioca con l’ex laziale Muriqi, tredici gol in ventinove partite dopo che era stato bocciato da Inzaghi e Sarri. Insieme hanno firmato a maggio la rimonta salvezza. E ora hanno spinto la squadra all’undicesimo posto. Kang-in Lee si prepara a sfidare il Brasile con Son, l’attaccante del Tottenham di Conte, e Kim, il difensore che sta provando con Spalletti a riportare lo scudetto a Napoli dopo trentatré anni. C’è un’altra stella, comunque. Si chiama Cho Guen-Sung, attaccante del Sangmu, che dopo la doppietta al Ghana è diventato un personaggio: proposte di matrimonio e la moltiplicazione dei follower su Instagram, da ventimila e due milioni. La Corea del Sud ha battuto il Portogallo e si è qualificata agli ottavi ridimensionando l’Uruguay di Suarez e Cavani. Kang-in Lee ha un contratto fino al 2025 e il suo cartellino vale dodici milioni. Mezzala o trequartista, ventuno anni, un metro e 73, mancino, due gol (al Rayo Vallecano e al Valencia), più tre assist in questa prima parte del campionato. Tre presenze in Qatar, una da titolare contro il Portogallo. Fantasia e agilità, David Silva è stato uno dei suoi modelli. In Spagna ha lavorato anche sulla muscolatura, sulla tattica, sulla protezione e sulla gestione del pallone. Ha acquisito una cultura europea che gli ha permesso di sposare subito i concetti di Paulo Bento, ct di una Corea del Sud costruita intorno a due fattori: equilibrio e intensità. Un affare d’oro per il Maiorca, che si è ripromesso di rinviare a luglio ogni discorso legato al mercato. Anche perché ora tutte le riflessioni ruotano intorno a Muriqi, entrato nei piani del nuovo Aston Villa di Unai Emery e inserito da Luis Enrique nella top 11 della Liga. L’ex laziale ha una clausola da quaranta milioni e Lotito si è garantito il 45% della futura cessione di Vedat. 


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