Messi e Modric, è un clasico

Il capitano dell'Argentina ed ex Barcellona sfiderà in una delle due semifinali del Mondiale quello della Croazia, asso del Real Madrid. Dall’altra parte del tabellone restano in lizza le stelle Mbappé e Ronaldo, ma prima di affrontarsi devono superare Kane e Ziyech
Messi e Modric, è un clasico
Marco Evangelisti
4 min

Non è colpa tua, potrebbe ripetergli fino a notte uno psichiatra. Se decidesse mai di consultarlo. Neymar ha fatto del suo meglio e il suo meglio è ottimo e abbondante, ma adesso è fuori del Mondiale. Ci lascia orfani di qualche certezza, lui con tutto il Brasile.

Resta Leo

Ma se bastasse la caduta di una stella a svuotare il cielo staremmo freschi. È rimasto Leo Messi, salvato da sé stesso, protetto da Lautaro Martinez che ha avuto il fegato e il piede fermo per mettere dentro l’ultimo rigore, quando anche il mirabile Enzo Fernandez aveva mancato il bersaglio. In poche parole, l’Argentina l’ha scampata bella e il Brasile no. Perché la prima è una squadra compatta e cosciente di sé mentre il Brasile ha avuto paura a essere il Brasile e si è lasciato irretire dalla Croazia. Partite in qualche modo della stessa specie, arrivate fino alla fine del percorso come capita sempe più spesso in questi tornei al massimo livello.

Clasico in semifinale

Sarebbe stato triste vedere scomparire il Sudamerica, ma non per questo va sottovalutata la Croazia (né l’Olanda: onore pure a Van Gaal e ai suoi per lo schema del pareggio e per la combattività). Messi contro Luka Modric in semifinale ha tutta l’aria di annunciare un’altra giornata senza un briciolo di noia, martedì prossimo. Una sorta di Clasico, anche se Messi ha scelto di lasciare la vecchia via barcellonese per la nuova borsa valori parigina. Ma li abbiamo ammirati tante volte darsele con quelle maglie, Modric al Real e Messi in blaugrana, che in Qatar avremo qualcosa di simile a un déjà vu.

Ora tocca a Mbappé

Piangiamo pure con Neymar e per Neymar, poi torniamo sereni. È solo uscito un pezzo del tridente del Paris Saint-Germain, di casa a Doha per via dei capitali qatarioti. Messi è ancora lì e questa sera scopriremo che fine farà il terzo membro, Kylian Mbappé, che guida e traina la Francia. Uno alla volta tutte le stelle devono cadere, tranne una: è la legge del Mondiale, il resto sarebbe Superlega. Mbappé non avrà vita serena contro l’Inghilterra di Kane e Bellingham. Vanno bene le stelle che tracciano la strada, ma ormai ogni squadra rimasta è fatta di campioni, quasi campioni e gente che sa giocare a pallone.

Cristiano Ronaldo e il Marocco

Il quarto di finale che ancora non abbiamo citato, quello delle 16 di oggi, vede in giro Cristiano Ronaldo e in campo probabilmente il suo sostituto o detronizzatore Gonçalo Ramos, l’unico sinora a infilare tre gol in una stessa gara. Al Portogallo capita, lungo la strada per semifinale e finale, il Marocco, superstite africana del torneo, formazione caparbia che se non riesci a rosicchiare come si deve può restarti sullo stomaco. Con Amrabat a rompere e costruire, Ziyech e Ounahi a scavare cunicoli nelle difese distratte. E ne sono rimaste, anche al punto in cui siamo arrivati.
Se tutto va come previsto, cioè se il Marocco non insiste nel mostrare miracoli, alle semifinali di martedì e mercoledì arriveranno tre squadre europee e una sudamericana. C’è ancora parecchio da vedere, conservando la memoria di quanto Neymar ha ricamato ieri in area per non farsi dimenticare. Nota a margine: in finale ci sarà almeno un giocatore dell’Inter, dato che ce n’è uno nell’Argentina e uno nella Croazia. Consideratelo un omaggio a Lautaro Martinez, ieri protettore di Messi.


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