Messi era il primo rigorista, Neymar l'ultimo: l'antico dilemma. Ecco cosa dicono gli studi

Il più bravo quando deve calciare nella lotteria dal dischetto? Il dibattito è aperto. Il campo ieri ha dato ragione alla scelta di Scaloni
Messi era il primo rigorista, Neymar l'ultimo: l'antico dilemma. Ecco cosa dicono gli studi
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I primi due quarti di finale del Mondiale in Qatar sono stati decisi ai rigori. Messi ha calciato il primo, Neymar doveva essere l’ultimo ma non è riuscito a tirarlo. L’Argentina è passata, il Brasile no. Quindi stavolta il campo ha dato ragione alla scelta di Scaloni: la stella deve calciarlo per primo. Tite, che si è dimesso dopo la sconfitta, invece ha spiegato che aveva scelto di far calciare Neymar per ultimo perché era il più freddo della squadra.  

Le sequenze vincenti dell’Italia

L’Italia che ha vinto i mondiali nel 2006 ai rigori con la Francia aveva questa sequenza: Pirlo (gol), Materazzi (gol), De Rossi (gol), Del Piero (gol), Grosso (gol). Quella che ha battuto l’Inghilterra in finale agli Europei del 2020 invece: Berardi (gol), Belotti (parato), Bonucci (gol), Bernardeschi (gol), Jorginho (parato).

L’ultimo rigore: dilemma non risolto

L’ultimo rigore è sicuramente quello più pesante da calciare, ma il problema è che spesso non ci si arriva. Per questo molti scelgono di metterne subito al sicuro uno, come ha fatto Scaloni con Messi. Anche perché iniziare la sequenza sbagliando può condizionare i compagni di squadra. Se si arriva fino in fondo però il rovescio della medaglia è che la cartuccia migliore è stata già giocata. Allora qual è la scelta giusta? Il dilemma va avanti da decenni e nessuno conosce la risposta.

Gli studi sul tema

C’è però chi ha dedicato ampi studi al tema. Uno dei più celebri analisti del settore - come riporta l’Agi - è Ignacio Palacios-Huerta, Professore di Management alla London School of Economics che ha dedicato diversi studi statistici ai tiri di rigore (alcuni associati anche all’economia). Secondo le analisi statistiche di Palacios-Huerta, intanto il sorteggio che determina chi tira per primo può in qualche modo indirizzare l’esito della partita. Analizzando più di 200 partite terminate ai rigori, secondo il matematico spagnolo chi tira per primo vince nel 61% dei casi. Questo potrebbe essere spiegato con la maggiore pressione psicologica messa su chi tira dopo, già al corrente di quanto fatto dagli avversari e quindi obbligato in qualche modo a rispondere.

La pressione del rigore decisivo

E come incide la pressione sui rigori decisivi? Qui bisogna fare una distinzione: ci sono quelli che possono far vincere o far perdere una squadra. Il gol di Lautaro Martinez invece ha fatto vincere l’Argentina, come quello di Fabio Grosso nel 2006. L’errore di ieri di Marquinhos ha fatto perdere il Brasile, come quello celebre di Roberto Baggio nella finale a Usa 1994. Sono due tipi di pressione diversa dal punto di vista psicologico: Lo studioso Geir Jordet della Norwegian School of Sport Sciences ha studiato proprio la casistica dei rigori di questa tipologia tra Mondiali, Europei e Champions League ha scoperto che i rigori del primo tipo (come quelli di Lautaro Martinez e Fabio Grosso) vengono segnati 92 volte su 100, quelli del secondo tipo invece 62 volte su 100.


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