Pochettino: "Undici Kane funzionerebbero, 11 Maradona no. E su Messi..."

Il tecnico argentino ha parlato a tutto campo dall'esperienza al PSG al Mondiale, svelando retroscena sui tanti fuoriclasse allenati tra Parigi e Londra sponda Tottenham
Pochettino: "Undici Kane funzionerebbero, 11 Maradona no. E su Messi..."© Getty Images
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Sei mesi dopo l’esonero subito dal Paris Saint-Germain, un anno e mezzo dopo il suo arrivo sulla panchina dei francesi per sostituire Thomas Tuchel, Mauricio Pochettino è tornato a parlare, concedendo due significative interviste a 'Radio Marca' e alla 'Süddeutsche Zeitung'. Del resto si sta parlando di uno dei personaggi calcistici più internazionali e poliglotti, avendo giocato in Francia, proprio nel PSG, e Spagna e avendo allenato anche in Inghilterra, senza dimenticare le origini italiane “tradite” dal proprio cognome.

Pochettino e il paragone tra Messi e Maradona

Alla 'Süddeutsche Zeitung' Pochettino è partito proprio da un omaggio all’Italia, grande assente del Mondiale in Qatar, fornendo un originale suggerimento alla Fifa…: "La Fifa dovrebbe dare una wild card a tutti i detentori del titolo e non solo al paese organizzatore. Non è giusto che al Mondiale non ci sia l'Italia”. Poi però il discorso si sposta rapidamente sulla sua Argentina, tra le favorite per il titolo mondiale. Per Leo Messi sarà l’ultima occasione della carriera. Pochettino, che ha allenato la Pulce per una stagione, e che ha partecipato con l’Argentina al disastroso Mondiale 2002, chiuso con la clamorosa eliminazione al primo turno dopo 40 anni, augura il meglio al capitano della Seleccion, provando anche un paragone caratteriale con Diego Armando Maradona, dopo che pochi mesi fa in un’altra intervista l’ex allenatore del Tottenham aveva sostenuto che i due miti argentini sono tecnicamente sullo stesso piano: "In quest’Argentina ci sono buoni giocatori intorno a Leo, un ottimo staff e in generale un gruppo che sa cosa deve essere fatto per far sentire a proprio agio il miglior giocatore del mondo e farlo rendere al meglio. Mi auguro davvero che l’Argentina possa vincere, il successo in Coppa America ha dato più consapevolezza e Leo è nel momento della completa maturità. Con Maradona ogni emozione era immediatamente visibile, mentre Messi è introverso. Ha il suo modo di comunicare e va rispettato, anche perché adesso ha 34 anni, ha le sue idee e il suo carattere. Leo è pulito, è uno che si vergogna quando perde una palla. Non lo vedrete mai fare giochetti fini a se stessi a centrocampo, cosa che invece ama fare Neymar, che sente il calcio in modo diverso da Messi. Quando facevamo il torello Lionel non è mai finito in mezzo, perché non sbaglia mai. Pure Neymar potrebbe fare così, ma vive il calcio in un altro modo”.

Pochettino esalta Kane: "È il calciatore più completo e professionale"

Neymar è solo uno dei tanti fuoriclasse contemporanei che Pochettino ha allenato insieme a Mbappé e Harry Kane. Il tecnico argentino regala un quadretto per ciascuno di questi, tornando a parlare di Maradona a proposito del centravanti inglese…: “Neymar e Leo sanno esattamente cosa fare, quando e dove, mentre Kylian deve ancora capire quando è il caso di correre dei rischi in campo e quando no. Ma è solo questione di tempo, Mbappé ha carisma, anche se non credo che abbia un ruolo così influente per la Francia come lo ha Neymar nel Brasile o Messi nell’Argentina. Kane l’ho visto crescere, la cosa bella di lui è che è diventato un personaggio solo dopo aver raggiunto la maturità. Harry è un incredibile lavoratore, un perfezionista, è convinto che il successo può arrivare solo grazie al lavoro. Sarebbe capace di tirare 1000 rigori nello stesso angolo alla vigilia di una partita. È certo che il successo si ottiene attraverso il lavoro. E poi è completo, sa tirare i piazzati, fare assist, pressare, saltare l’uomo. Sono convinto che 11 Maradona non funzionerebbero. 11 Kane sì. Anche se mi ricordo che una volta ha dovuto a giocare in porta e ha subito un gol incredibile…”.

Veleno Pochettino sul PSG: "Più che una squadra, un modello..."

A Radio Marca, invece, Pochettino ha parlato dei 18 mesi vissuti a Parigi e delle profonde differenze tra il PSG in cui aveva giocato e quello che ha allenato, senza nascondere l'amarezza per l'esonero: “Dopo l’esonero dal PSG ho deciso di fermarmi per un po’ e che avrei accettato eventuali proposte solo dopo il Mondiale. Personalmente non credo che i treni passino una sola volta nella vita, avere pazienza è importante nel calcio e nella vita, così come il timing delle proprie scelte. Il PSG è un modello di squadra, pieno di personalità e di campioni, con 9-10 giocatori capitani delle rispettive nazionali. Era il primo anno di un progetto così ambizioso, giocando tanto non ci si poteva mai allenare, penso che adesso i giocatori siano più maturi anche sul piano tattico. Se sono stati ingrati con me? Sicuramente, il lavoro dell’allenatore è sottovalutato e al PSG in particolare. Quando si vinceva era merito del talento dei giocatori, quando si perdeva la colpa del tecnico…".


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