Inter-Napoli, il Mondiale dice Spalletti

Lautaro unico campione del mondo, ma Inzaghi deve recuperare Lukaku. Per Lucio, invece, tutti ok
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Su Inter-Napoli si può fare una sola proiezione attendibile: se l’Inter perde, va a -14 dal Napoli e si può ripetere fino alla noia che mancano (dopo questa sfida) 22 partite alla fine del campionato, ma per recuperare 14 punti servono due imprese contemporanee, che l’Inter le vinca tutte o quasi tutte e che il Napoli crolli. Ma di brutto. Quattordici punti con Lazio, Milan e Juventus davanti, oltre al Napoli. Per Inzaghi questa partita, la prima del 2023, è tutto il campionato. Poi restano le coppe, ma se l’anno scorso i due trofei (Coppa Italia e Supercoppa) hanno avuto il merito di evitare il fallimento, quest’anno, con uno scudetto sfumato a gennaio, potrebbero non bastare. Per Spalletti la partita non vale tutto, ma tanto sì. Ha vinto due volte all’Olimpico con Lazio e Roma, ha vinto a Bergamo e ha già vinto a San Siro contro il Milan, manca l’Inter per chiudere il cerchio dei grandi successi in trasferta, il marchio dello straordinario campionato napoletano. In caso di sconfitta, nascerebbero le prime discussioni e le prime incertezze. Spalletti eviterebbe volentieri, anche perché dopo l’Inter c’è la Juve e dopo la Juve la Roma, tutto a gennaio, il mese che può decidere il campionato di Serie A.

Il peso su Lukaku

Su Inter-Napoli pesa, più che su altre partite, l’effetto del Mondiale. Sei qatarioti per Inzaghi, cinque per Spalletti. Una formazione mista uscirebbe così: Onana; Dumfries De Vrij, Kim, Olivera; Anguissa, Brozovic; Lozano, Zielinski, Lautaro Martinez; Lukaku. A naso, il lavoro di restauro e rilancio è più complicato e faticoso per Inzaghi. È vero che l’unico campione del mondo di questa partita ha la maglia nerazzurra, ma Lautaro Martinez, di rientro in Italia in queste ore, è uno dei pochi argentini a non aver mantenuto le aspettative: era partito titolare nella Seleccion, ha finito da riserva di Julian Alvarez. Tuttavia il problema vero, per il tecnico interista, si chiama Lukaku. È arrivato in Qatar infortunato, ha recuperato, giocato e sbagliato contro la Croazia i gol decisivi per portare il Belgio agli ottavi, tornato rapidamente a casa proprio per i tanti e incredibili errori del suo gigante. Lukaku era il giocatore grazie al quale l’Inter avrebbe dovuto rendere sostanziose le ambizioni-scudetto, ma il suo ritorno finora ha creato problemi di gioco e non ha aggiunto le reti necessarie per reggere il passo del Napoli. Dumfries e Brozovic sono stati invece protagonisti in Qatar. Se l’olandese porterà all’Inter la stessa energia del Mondiale, per il Napoli non sarà semplice arginarlo. Anche il croato ha fatto un ottimo Mondiale, anzi, era l’unico giocatore per cui Inzaghi avrebbe dovuto ringraziare il collega ct Dalic che in Qatar lo ha rilanciato ai suoi livelli. Solo che in semifi nale Brozovic si è fermato di nuovo e ora le condizioni vanno valutate. Protagonista lo è stato pure Onana, ma per ragioni diverse. A cominciare da Inter-Napoli ha l’occasione per riprendere quello che ha lasciato in Qatar.

I 5 di Spalletti

Stanno tutti bene i mondialisti del Napoli. In Qatar non hanno perso il ritmo-partita e, loro malgrado, non si sono stancati nemmeno tanto visto che il messicano Lozano, il camerunense Anguissa e l’uruguayano Olivera sono usciti subito ai gironi, mentre il polacco Zielinski e il coreano Kim poco dopo, agli ottavi. Nessuno è stato protagonista, nessuno ha incantato, a parte Lozano (che ha acceso a tratti la sua nazionale) dagli altri ci si aspettava qualcosa di più, qualcosa di meglio. Ma il meglio, finora, lo hanno riservato al Napoli e questo a Spalletti basta e avanza.


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