Musah la bandiera di Castelfranco

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Musah la bandiera di Castelfranco© Getty Images
Stefano Chioffi
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Cittadino del mondo: ecco la definizione che gli piace di più. Yunus Musah è la somma di culture diverse, le considera il suo patrimonio. Ha genitori ghanesi e parla tre lingue: inglese, italiano e spagnolo. È nato in America, a New York. Dopo pochi mesi si è trasferito con il padre Ibrahim e la mamma Amina a Castelfranco Veneto, dove si è formata nel tempo una comunità che proviene da Accra e ha trovato occupazione in ogni settore dell’economia: dalle fabbriche alle aziende agricole. Da piccolo giocava a calcio nel Giorgione, poi nel 2012 la famiglia è rimasta senza lavoro e ha deciso di partire per Londra, ottenendo il permesso di soggiorno. I viaggi e l’integrazione non sono stati mai un problema per Musah, religione musulmana, mediano del Valencia di Gattuso e degli Stati Uniti, già qualificati per gli ottavi di finale del Mondiale.

A Castelfranco frequentava la scuola elementare Colombo in via Puccini. Si divertiva a fare il portiere volante nei tornei di futsal: arrivava al campo con suo fratello Abdul. Nella squadra Pulcini del Giorgione è stato allenato per due anni da Marco Mognon, intervistato in questi giorni da alcuni quotidiani locali. Musah ha mantenuto rapporti, grazie ai social, con tanti amici di quel gruppo, come Giulio Lazzari, che oggi gioca in seconda categoria con il Salvarosa. Ma anche l’Inghilterra è un altro dei suoi luoghi del cuore. Abitava nell’East End londinese, zona famosa per i graffiti di Brick Lane, tra Whitechapel High Road e Bethnal Green, nel quartiere Tower Hamlets. Raggiungeva spesso in metro Highbury: immediata la scintilla con l’Arsenal. Era il 2012, aveva dieci anni. Nel vivaio dei Gunners è stato seguito da tre tecnici: Trevor Bumstead, Ken Gillard e Kwame Ampadu. Veniva utilizzato come esterno di centrocampo. Correva con Emile Smith-Rowe, Joe Willock e Bukayo Saka, che adesso è uno dei gioielli dell’Inghilterra di Southgate e dell’Arsenal di Arteta.

Nell’estate del 2019 ha ricevuto l’offerta dal Valencia. A scoprirlo è stato Pablo Longoria. E così è entrato nel club di Peter Lim, imprenditore di Singapore. Musah era minorenne e faceva parte della nazionale inglese Under 18. Contratto biennale: Chema Sanz, Voro e Miguel Angel Angulo hanno accompagnato un’altra fase del suo processo di crescita. Ha debuttato in Liga contro il Levante a 17 anni e 289 giorni, lo straniero più giovane nella storia del Valencia, cinque titoli, l’ultimo nel 2004 con Rafa Benitez.

Mediano, regista, mezzala. Un jolly portato in prima squadra da Marcelino. Vent’anni compiuti il 29 novembre in Qatar. Corsa, generosità, un metro e 78, geometrie, tiro da fuori area: qualità che gli hanno riconosciuto anche Javi Gracia, Pepe Bordalas e ora Gattuso. Cinque gol e tre assist in ottantadue partite per Musah, maglia numero 4 nel Valencia, pronto a blindarlo fino al 2026. Il Mondiale è la sua laurea: tre presenze da titolare, 255 minuti, 127 passaggi, 20 palloni recuperati. Gregg Berhalter lo ha convinto a scegliere la nazionale americana. Merito anche di Nico Estevez, che è stato il vice ct degli Usa e aveva conosciuto Musah nel Valencia B. Il Milan e l’Inter lo hanno cercato, Gattuso lo ritiene incedibile. L’Italia è ancora nei pensieri del centrocampista. Il Giorgione rimase colpito dai suoi dribbling durante un campus estivo allo stadio Ostani. Dolcezza e sorrisi: Musah era un bambino. Adesso vale venti milioni e continua a sentirsi con orgoglio un cittadino del mondo. 


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