Lazio-Inter: 150 milioni di differenza

Lotito ne ha spesi 28, Suning 177. Eppure in classifica sono separati da un solo punto
Lazio-Inter: 150 milioni di differenza
Daniele Rindone
4 min

ROMA - Un punto di distacco in classifica, 150 milioni di distanza sul mercato. Lotito bada alle spese, spera nelle idee del diesse Tare, spende spiccioli rispetto a Juve e Inter, ha riscelto la linea dell’austerità e della continuità, spera che basti per lo scudetto. Suning no, per lui al portafogli non si comanda, ha dato vita ad una rivoluzione. Inzaghi ha ottenuto ciò che ha potuto ottenere dal mercato, anche qualcosa in meno: un centravanti, ad esempio, il Giroud dei sospiri di gennaio. Lotito, mai così misericordioso durante il mercato di riparazione, ha provato a regalarglielo. Conte, beato lui, facendogli una testa grande così, da Suning e Marotta ha avuto tutto (o quasi) quello che ha chiesto (in mezzo a tanti brontolii). Ma a Giroud ha dovuto rinunciare anche lui perché il Chelsea non l’ha dato a nessuno.

Le differenze

Lazio e Inter, Lotito e Suning, Inzaghi e Conte, partono da presupposti diversi, vivono su pianeti opposti, ma in classifica sono divisi da un minuscolo punto. Inter 54 come la Juve, Lazio 53, lo dicono i numeri. La classifica, per fortuna dei biancocelesti, non segue il trend mercantile. La differenza più netta tra Lazio e Inter sta nei 149 milioni in più (diciamo 150 tondi) spesi dai nerazzurri nel giro di sei mesi. E’ accentuata anche nel monte ingaggi: 70 milioni per la Lazio, 145 per l’Inter comprendendo i costi legati ai cartellini e ai contratti di allenatori e staff tecnici. Inzaghi guadagna 2 milioni, Conte 10 (più due di bonus). Le differenze di valori economici delineano le fisionomie delle squadre, non il loro peso in campo, almeno fino ad oggi.

La Lazio

Lotito e Tare, in estate, hanno investito su difesa e centrocampo. Hanno acquistato Vavro per 12 milioni, finora non ha dato frutti. Sta ripagando, dopo un inizio complicato, l’acquisto di Lazzari: valore 16 milioni (5 milioni il valore dell’ex Primavera Murgia, ceduto alla Spal). Gli altri acquisti estivi riportano all’arrivo di Jony: è da considerare un rinforzo a parametro zero essendosi liberato dal Malaga chiedendo lo svincolo per giusta causa. E’ in corso un contenzioso alla Fifa, può obbligare la Lazio (se perderà la causa) al pagamento di un indennizzo. A parametro zero è arrivato anche Adekanye, si è liberato il 30 giugno dal Liverpool (giocava nell’under 23). In estate, da Salerno, è rientrato André Anderson, trequartista. Si è colmato un vuoto cronico acquistando Lazzari (su indicazione di Inzaghi), ma la falla esistente sulla fascia sinistra è rimasta ed è più visibile ora che Lulic è finito ko. Jony è cresciuto, ora deve imporsi. Lukaku è un rebus. 

L’Inter

Conte ha guidato la rivoluzione fatta a suon di milioni. In estate sono stati spesi 154 milioni, in inverno altri 23 (178 totali). Nel conto sono compresi i riscatti obbligatori legati ai prestiti di Barella (12 milioni più 25) e di Sensi (3 milioni più 22,5), i cartellini di Lukaku (65 milioni) e Agoumé (4,5 milioni). Era stato acquistato Lazaro per 22 milioni, è stato ceduto al Newcastle per 1,5 milioni più diritto di riscatto fi ssato a 23,5. Conte si è imposto per sostituire Lazaro (con Moses), per avere Young (al posto di Asamoah) e soprattutto Eriksen. Mercato sontuoso, ma sarà trionfale? La Lazio della castigatezza si augura di no.


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