Serie A, tutte le strade passano per Roma

L’assegnazione dello scudetto e il futuro del calcio italiano dipendono adesso dalle squadre (e dalle società) della capitale
Serie A, tutte le strade passano per Roma
Ivan Zazzaroni
4 min

Lo scudetto passa da Roma, la tormenta e poi la molla dopo averne illusa una parte. Più in generale, anche il futuro del calcio italiano passa dalla capitale, dove ha tutta l’aria di volersi stabilire. Prima l’aspetto sportivo. Roma-Inter (domani) e Juve-Lazio (lunedì) sono le partite in grado di decidere l’assegnazione immediata, ancorché virtuale, del titolo: i calcoli e le variabili sono elementari, li trovate in altre pagine del giornale. Più intrigante ricordare che proprio la Lazio e la Roma sono le società che con risolutezza e lucidità si sono battute tre mesi, insieme a Gabriele Gravina e Paolo Dal Pino, presidenti di federcalcio e Lega, per far ripartire il campionato: Lotito poiché convinto che questo fosse davvero l’anno buono, del resto prima della sospensione la Lazio stava volando; Fienga, consapevole del fatto che i milioni e il prestigio della presenza in Champions fossero, nell’immediato, i soli elementi in grado di aggiustare parzialmente conti e stagione.

Lazio e Roma seguono percorsi paralleli

Prima del lockdown la Lazio si trovava a un solo punto dalla Juve e la Roma a 6 dal quarto posto, le speranze dei due dirigenti erano dunque fondatissime. Un mezzo disastro, purtroppo per loro, si è però rivelato il post-covid: a differenza delle dirette concorrenti, le squadre non hanno risposto come avrebbero potuto e dovuto (inquietante la resa laziale). Lotito si aggrappa perciò a un miracolo che in questo momento sembra irrealizzabile, visto che Inzaghi perde i pezzi e la squadra i contenuti tecnici che le avevano permesso di stabilire più di un record di continuità. Fonseca ha invece recuperato troppo tardi i valori della Roma e a sei giornate dalla fine si ritrova a una distanza dalla Champions doppia e verosimilmente incolmabile. L’aspetto più paradossale della vicenda è che Lazio e Roma seguono percorsi paralleli pur viaggiando a velocità differenti, in effetti hanno pochissimo in comune in termini di stabilità economica e sportiva: mentre la prima deve (dovrebbe) lavorare sulle correzioni per aumentare sensibilmente la qualità della squadra, la seconda può solo augurarsi che all’attuale proprietario, James Pallotta, si sostituisca, e in fretta, qualcuno pronto a invertirla, la rotta, riportando entusiasmo a un ambiente stanco e deluso. L’altra partita che vede impegnate (insieme) Lazio e Roma è quella, vitale, dei diritti televisivi e della gestione della confindustria del calcio. Entro venerdì prossimo i presidenti di Serie A aspettano le offerte vincolanti dei partner finanziari interessati a trasformare la Lega in una media company. «Numerose le opzioni sul tavolo» come segnala Giuliano Balestrieri di businessinsider. com «la più calda, appoggiata da Dal Pino, ma anche dall’advisor Lazard, sembra quella di Cvc che ha messo sul piatto 2,2 miliardi di euro per il 20% della newco per un periodo di 10 anni. Un’operazione con una valorizzazione complessiva di circa 11-13 miliardi. In uno scenario del genere, i ricavi in eccesso dovrebbero rientrare nella “remunerazione” del capitale di rischio del fondo. I club, in cambio, avrebbero ricavi certi, ma teoricamente stabili. Inoltre, Cvc chiede la maggioranza dei diritti di voto della media company».

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