Moratti esclusivo: "Tra Inter e Juve stesso finale anche con il Var"

L'intervista al presidente del Triplete: " Se ai miei tempi ci fosse stata questa tecnologia non sarebbe cambiato nulla: dietro il video, gente che la pensava uguale"
Moratti esclusivo: "Tra Inter e Juve stesso finale anche con il Var"© Inter via Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

Il lettore mi perdonerà, lo spero, se con Massimo Moratti il “lei” non mi viene naturale. Lo conosco da quasi trent’anni e già al primo incontro, dopo avermi rammentato con eleganza - io bolognese - la Pasqua di sangue del ‘64, lo scudetto «sottratto all’Inter» dai ragazzi di Bernardini e la passione per “Veleno” Lorenzi (ricordo la foto con dedica dietro la scrivania) mi impose il tu. Facile: lo sentivo quasi familiare per la passione e la competenza con cui parlava di calcio, in particolare di football. Non solo di Cantona, anche di Paul Ince, Mark Hughes, Bryan Robson e altri. Nel ’98 seguii per questo giornale tutte le uscite dell’Inter sua e di Ronaldo fino al trionfo di Parigi. Ottavio Bianchi, Simoni, Mancini, Baggio, Simeone, Moriero, Hodgson e il Fenomeno le figurine di un rapporto sviluppatosi nel rispetto dei ruoli pur se tra alti e bassi, allontanamenti e riavvicinamenti. Ogni tanto una telefonata, due risate, dialoghi marginali, allusioni al presente, nel misto di rigore e pacato distacco con cui Moratti osserva persone e situazioni.

Giorni fa ho recuperato l’Inter- vista dell’autunno ’94 in cui vagheggiavi “la tua Inter”.

«Mi piaceva pensare a come avrebbe potuto essere. Prendere l’Inter non era nemmeno tra le intenzioni, allora. Come avrei fatto, chi avrei venduto, chi avrei comprato, questo risposi»

[...]

L’Inter alla quale sei rimasto più legato è quella del Triplete?

«Offenderei chi ha vinto tutto, se ne indicassi un’altra. Quella di Ronaldo, Zamorano, Recoba e Djorkaeff , però, mi è rimasta nel cuore».

L’Inter-Juve che non potrai mai dimenticare?

«Inter-Juve per noi interisti è la partita, procura sofferenza, mi faceva star sveglio la notte. Ci pensi in continuazione, nella settimana che la precede. Come emotività e come simpatia». Ride.

[...]

Cosa sarebbe successo se ai tuoi tempi ci fosse stato il Var?

«Sarebbe stato uguale, perché dietro al Var ci sarebbe stata gente che la pensava allo stesso modo».

Mourinho lo senti ancora?

«Certamente, Mourinho è bravo e sono felice che sia alla Roma, dove sta facendo bene. Lo presi perché mi ricordava tanto Herrera, mi divertiva il fatto che come il Mago fosse diverso, provocatorio, abilissimo nel comunicare, molto intelligente. Oltre che eccezionalmente vincente».

 Tutta l'intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio


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