Tutto virus

36. Luciano Spalletti© FOTO MOSCA
Ivan Zazzaroni
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I destini del campionato sono di nuovo nelle mani delle Asl: il numero dei positivi è in vertiginoso aumento e, dopo Salerno, il rischio che qualche altro dirigente sanitario di riferimento possa fermare il gruppo squadra è concreto. Ci siamo già passati (Juve-Napoli come costante) e sappiamo come può andare a finire. La Lega naturalmente tira avanti, all’inglese: altro non può fare. Ma il giudice sportivo - che peraltro non si è ancora espresso su Udinese-Salernitana - è allertato. Omicron non ha intenzione di concedere tregue ad alcuno, tantomeno al calcio. Che con un calendario stressatissimo non dispone di date utili per i recuperi. Convivere con l’emergenza o arrendersi? That’s the question.
     Il covid ci ha cambiati, solo qualcuno non se n’è accorto, o preferisce non adeguarsi: consiglio la visione di “Illusioni perdute” di Xavier Giannoli, film che spinge a fare i conti con la manipolazione delle notizie e della realtà.
     Allo scadere del secondo anno di virus, che si è pappato anche la fantasia, e nell’attesa di buone nuove, per distrarmi un po’ mi concedo le pagelle asimmetriche, disarmoniche e decontestualizzate.
     10 agli appassionati che seguiranno con più affetto del solito le prossime giornate della serie Asl, devastate da decine di positività.
     9 a Danilo Iervolino. Ha salvato la Salernitana e l’integrità del campionato sborsando 10 milioni. Al di là dei crediti vantati dalla società e del paracadute garantito dalla retrocessione, che proverà a evitare, ha subito confermato di essere un dirigente brillante e credibile.
     9, di conseguenza, anche al presidente federale Gravina. Ha riaffermato il peso delle istituzioni e il valore della parola data, proprio favorendo l’arrivo a Salerno di Iervolino entro il giorno stabilito.
     8 al neo contagiato Spalletti. In tutti questi mesi ha tirato la carretta senza mai lamentarsi. Dopo gli infortuni chirurgici (Anguissa, Osimhen, Koulibaly, Fabian, Insigne), le ultime due sconfitte in casa senza un solo tiro in porta da parte degli avversari e le positività a gogo, a Luciano mancava solo la gestione del lungo addio di Insigne. Attesa a Castel Volturno l’invasione delle cavallette.
     E 8 a Mihajlovic. Dal 28 gennaio 2019 compie piccoli e grandi miracoli tecnici a Bologna. Secondo “Calcio e Finanza”, negli ultimi 7 esercizi la società ha perso complessivamente quasi 174 milioni - un segno negativo per ogni anno. Ereditata una situazione poco edificante, che ha azzerato le ultime campagne di rafforzamento, Sinisa è comunque riuscito a mantenere competitiva la squadra.
     7,5 a Marotta. Beppe è secondo in classifica (dietro a Gazidis) tra i nostri manager, secondo Start Up. Steven Zhang dovrebbe telefonargli ogni giorno per ringraziarlo del lavoro svolto in condizioni impossibili insieme a Piero Ausilio. Il presidente ha però perso il suo numero e chiama un altro. Che non gli sta rendendo un buon servizio.
     7,5 anche a Giovanni Carnevali. L’ho visto nascere e formarsi alla scuola di Sacchi, Galliani, Marotta, Giorgio Vitali e Ricky Sogliano. È cresciuto tanto. Dopo la morte di Giorgio Squinzi, ha mantenuto in alto il Sassuolo che continua a sorprendere per abilità nell’individuazione di talenti e investimenti. Venduto Boga all’Atalanta per 22 milioni più 2 di bonus, Carnevali ha aggiustato i conti e nei prossimi mesi potrà così trattare con tutta serenità uno - o anche più di uno - tra Scamacca e Raspadori, Maxime Lopez e Berardi, Frattesi e Muldur, Traoré e Ayhan.
     7 a Lorenzo Insigne. De Laurentiis l’ha mollato, nessuno in Europa l’ha cercato e lui ha firmato un contratto con Toronto che tra quattro anni potrebbe consentirgli di acquistare il Napoli. Tu chiamalo, se vuoi, tiraggiro.
     7 a Max Allegri. Avrebbe lasciato andar via Morata soltanto per Suarez: tenendo conto delle difficoltà finanziarie del club, aveva individuato nell’uruguaiano l’unico centravanti con le caratteristiche giuste praticabile. E non ha mollato.
     3 a Romelu Lukaku. Con quattro parole fuori posto (e luogo) ha fatto incazzare quelli del Chelsea e irritare quelli dell’Inter. Apprezzabili, oltre che inevitabili, le scuse di ieri.
     1 a Cristiano Ronaldo, che lo collocherebbe fra i tanti record conquistati.
     0,5 a Gianni Infantino. Per risolvere il problema relativo alla densità del calendario internazionale che il Mondiale ogni due anni genererebbe, suggerisce di rendere biennale anche l’Europeo. E lo pagano pure.
     0 a chi si arrende.


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