L’arbitro Serra e la notte quasi insonne: fermato e retrocesso

Staserà sarà Var in Coppa Italia, poi lo stop: a metà febbraio tornerà in Serie B
L’arbitro Serra e la notte quasi insonne: fermato e retrocesso© Getty Images
Edmondo Pinna
3 min

Quando stasera varcherà la porta a vetri scorrevole di via Giacomo Zanella numero 20, a Lissone, Marco Serra saprà già quello che lo attende. Gli ultimi 90 minuti da VAR all’IBC Center della Lega prima di un lungo stop. Una designazione già fatta che Rocchi ha voluto confermare come segnale di “vicinanza” all’arbitro di Torino, incappato lunedì sera in un errore incredibile, diventato madornale con il 2-1 segnato dallo Spezia. La rete di Messias invalidata da un precedente, frettoloso fischio per un fallo su Rebic, l’immediata percezione della gravità di quello che era accaduto, la costrizione anche fisica (Serra è diventato tutto rosso mentre i giocatori del Milan, più che protestare, manifestavano la loro incredulità), l’impossibilità di fare nulla se non chiedere scusa (non da tutti), la commozione a fine partita, l’inutile consolazione. Storia, prima del futuro. Oggi Marco Serra, che definirlo devastato è poco (notte quasi insonne), farà il VAR a Sassuolo-Cagliari (arbitro Marchetti), poi saluterà la compagnia per chiudersi in un ideale eremo (un mese?) per uno stop tecnico quantomai doveroso. Non stava andando bene, il direttore di gara della sezione che appartiene anche al presidente dell’AIA; Trentalange. Ma quel fischio è stata la nemesi completa.

Serra, le valutazioni

Quelle tecniche, prima di tutto. Alla CAN si va da 8.20 a 8.70, minimo e massimo nelle votazioni che ogni arbitro riceve solitamente dagli osservatori (la CON, la Commissione Osservatori Nazionale, è uno degli anelli deboli di questo momento arbitrale che sta cercando di ricostruirsi) e/o dall’Organo Tecnico, ovvero il designatore (ma lunedì Rocchi era a Bologna a vedere Marinelli) e i suoi vice (a San Siro c’era Gervasoni). Serra non ha ricevuto certo il massimo dei voti, tutt’altro (eufemismo), il che significa pregiudicare anche il suo futuro. C’è poi anche un’altra valutazione, le scuse arrivate in diretta al Milan proprio da Gervasoni. Speriamo che sia il segno distintivo del nuovo corso, quello di scusarsi, chissà se l’ex arbitro di Mantova le avrà fatte, ad esempio, anche alla Roma (era a vedere Orsato nel famoso Juve-Roma del rigore fischiato prima del gol di Abraham).

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