Rocchi entra nella Hall of Fame: "Più facile arbitrare che designare"

L'ex arbitro finisce nell'olimpo del calcio italiano al fianco di illustri colleghi come Collina, Rosetti e Rizzoli: il comunicato della Figc
Rocchi entra nella Hall of Fame: "Più facile arbitrare che designare"© ANSA
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ROMA - Premiato due volte come miglior arbitro italiano nelle stagioni 2017/2018 e 2018/2019, 263 partite all'attivo che lo mettono al secondo posto nella classifica di tutti i tempi di gare dirette in Serie A alle spalle di un'icona del mondo arbitrale come Concetto Lo Bello: Gianluca Rocchi entra nella 'Hall of Fame del Calcio Italiano'. La comunicazione arriva dalla Figc con Rocchi che dichiara: "Sono contentissimo e orgoglioso di ricevere questo premio, non avrei mai immaginato di poter entrare nella 'Hall of Fame'. I nomi dei premiati che mi hanno preceduto rendono l'idea dell'importanza di questo riconoscimento, ognuno di questi grandi arbitri ha fatto a suo modo la storia. Ognuno con la sua personalità, ognuno con il suo stile. Perché non esiste un arbitro uguale ad un altro".

Rocchi entra nella "Hall of Fame"

"Sicuramente bisogna fare tanti sacrifici, ma le soddisfazioni sono tantissime - prosegue Rocchi - ogni volta che fischi l'inizio di una partita, che sia un match di Promozione o la finale del Mondiale, ti metti in gioco. E' una sfida con se stessi. La personalità è fondamentale, ma si può formare con il tempo. Un arbitro deve avere innanzitutto un profondo senso di giustizia, deve essere onesto intellettualmente ed essere innamorato del calcio". Lo sa bene Rocchi, che ha appeso il fischietto al chiodo solo un anno e mezzo fa per tuffarsi quasi subito in una nuova impegnativa avventura nel ruolo di designatore della CAN A e B: "È molto più difficile che dirigere una partita. Quando arbitri devi pensare solo alla tua gara, adesso invece ad ogni giornata sono responsabile di 10 partite di Serie A e 10 di Serie B. E quando uno dei ragazzi sbaglia è come se quell'errore lo avessi commesso io". Rocchi raggiunge una schiera di colleghi illustri, da Luigi Agnolin a Paolo Casarin, da Pierluigi Collina a Roberto Rosetti e Nicola Rizzoli e lancia un messaggio ai giovani: "Sono ottimista, ci sono molti ragazzi bravi che hanno voglia di imparare e mettersi in gioco. Bisogna dar loro fiducia, con l'auspicio che non sentano questa fiducia solo dalla Federazione, ma anche dai club".

La carriera di Gianluca Rocchi

Ci sono tre momenti di svolta nella carriera dell'ex arbitro: "Il primo Roma-Lazio del 2007, poi Spagna-Portogallo, la prima delle tre partite che ho diretto nel Mondiale russo, e la finale di Europa League del 2019 tra Chelsea e Arsenal, il massimo per un amante del calcio inglese come me. Non a caso ho deciso di lasciare come cimelio al Museo del Calcio la divisa che ho indossato quel giorno". C'è spazio anche per un rimpianto: "Ho diretto una finale di Europa League e una Supercoppa Europea (nel 2017, ndr), mi è mancata la finale di Champions League". Tanti anche i momenti vissuti da spettatore privilegiato: "Ero dietro a Cristiano Ronaldo quando calciò la punizione del 3-3 contro la Spagna al Mondiale dando un effetto incredibile per superare la barriera e infilare il pallone sotto l'incrocio dei pali. Mi è rimasta impressa poi una giocata straordinaria di Messi in una partita di Champions League contro l'Apoel Nicosia, quando partì dalla sua area e scartò come birilli sei o sette giocatori". Infine un pensiero sul Var: "Arbitrare o stare al monitor sono due mondi diversi -sottolinea Rocchi - più specialisti Var avremo in futuro e più alzeremo il livello".


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