L'Inter è più forte, ma non si può dire

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
4 min

L'Inter è molto più forte della Juve: è oggettivo. E chi non è d’accordo nega l’evidenza. Altra verità insindacabile: l’Inter gioca meglio della Juve e non solo per le idee, i princìpi, le soluzioni dei due allenatori. Entrambi rispettano concetti, natura, formazione e esperienze personali, ma anche e soprattutto le caratteristiche dei giocatori: Simone sfrutta la verticalità di Dumfries, Dimarco, Barella, Frattesi, Carlos Augusto e la qualità tecnica di Calhanoglu, Mkhitaryan, Lautaro e Thuram; Allegri, non disponendo di centrocampisti rapidi, da pressing alto, e particolarmente talentuosi, investe su fase difensiva, aggressività, compattezza e ripartenze, non a caso ultimamente Kean gioca molto più spesso di Vlahovic. Moise attacca lo spazio assai meglio di Dusan che, a differenza del compagno, garantisce tanti gol.

Mi dovete perdonare la sintesi effettivamente estrema: la valutazione dei due organici richiederebbe più spazio con il rischio tuttavia di risultare dispersiva.

In queste pagine pubblichiamo i dati Opta (Index Opta F60) che, tenendo conto di numerosi parametri, segnalano il rendimento dei giocatori delle due squadre nelle prime dodici giornate: in classifica Inter e Juve sono divise da due soli punti eppure, in questa graduatoria, sette interisti hanno valori superiori a quelli dei primi due juventini, che sono Danilo e Bremer. Lautaro, Calhanoglu e Dimarco occupano addirittura i primi tre posti in assoluto del campionato. Dice: significa che Inzaghi li migliora sotto tutti i punti di vista. Non è proprio così, la conclusione è un’altra, se è vero - com’è vero - che la Juve è seconda: Allegri sta ricavando il massimo dal gruppo.

Superfluo che aggiunga il giudizio personale su Simone, considerandolo bravissimo e molto cresciuto, in particolare nelle ultime due stagioni. Questo giornale l’ha peraltro difeso anche nei momenti in cui dominava l’#Inzaghiout.

L’aspetto più divertente - o paradossale, o ridicolo - del tribunale social è la mancata accettazione di opinioni inattaccabili; strepitosi i commenti, improntati sull’anti-interismo di chi le esprime. In rete prevalgono tifo, pregiudizio, antipatie diffuse.

In particolare nei giorni che precedono Juve-Inter è vietato affermare due cose:
1) che l’Inter è più forte della Juve. C’è sempre qualcuno pronto a replicare sottolineando il monte stipendi dei bianconeri, dato che dovrebbe essere analizzato perbene.
2) Che la Juve non è da scudetto. E allora si registra l’attacco dell’interista che parla di tentativo di riduzione della possibile impresa di Inzaghi, Marotta e Ausilio.

Potrei portare altri esempi, mi limito a precisare per la decima volta che quando Allegri poteva disporre, in tempi diversi, di Pirlo, Marchisio, Chiellini, Bonucci, Mandzukic, Higuaìn, Ronaldo e Dybala il gioco della Juve dei cinque scudetti targati Max era tutt’altro che brutto e conservativo.

Non bisogna inoltre dimenticare che la Juve va in campo col mercato di due estati fa, impoverito dalle uscite di Pogba, Di Maria, Cuadrado, Bonucci, Fagioli. Mentre l’Inter l’estate scorsa ha mosso molto e bene, anche se - lo ripeto - per ragioni economiche il rinnovamento ha tolto qualcosa a Inzaghi: Onana, Skriniar e D’Ambrosio (questi due meno impiegati), Brozovic, Dzeko e Lukaku l’hanno aiutato a vincere coppe nazionali e raggiungere la finale di Istanbul.


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