Come Thiago Motta giocherebbe al Milan e alla Juve: le soluzioni tattiche

I bianconeri con il nuovo allenatore muterebbero pelle. Meno distanza invece tra i rossoneri e il Bologna attuale

Meglio alla Juve o al Milan? Meglio al Bologna, per il Bologna... Ma su Thiago Motta si sono già mossi i club da scudetto, è un allenatore atteso al salto di carriera e trattenerlo in rossoblù sarà in ogni caso complicato. Quindi, torniamo alla domanda: per l’allenatore italo-brasiliano, ex azzurro nella Nazionale di Prandelli, sarebbe meglio la panchina della Juventus o quella del Milan? Premessa: per entrare nel tema, abbiamo preso in esame i giocatori di questa stagione, escluso Soulé che tornerà alla Juve. 

Thiago Motta al Milan con lo stesso modulo

Partiamo dal Milan. Da un punto di vista tattico il passaggio sarebbe indolore. Il Bologna, pur con caratteristiche diverse, va in campo con lo stesso modulo dei rossoneri. Quattro difensori, due mediani, due esterni e un trequartista dietro al centravanti. Un vero punto di contatto c’è: l’utilizzo del trequartista. Sia Loftus-Cheek che Ferguson sono giocatori preziosi per il modo in cui aiutano la squadra, rifinitori ma soprattutto centrocampisti che si prestano anche a un lavoro di quantità. La prima vera differenza riguarda il centravanti, fra Giroud e Zirkzee c’è un abisso, a cominciare dal modo di stare in campo. Col francese, Thiago Motta dovrebbe rivedere i movimenti di tutta la squadra, appoggiandogli la palla, mentre con Zirkzee non ce n’è bisogno visto che l’olandese, appena c’è la necessità, arretra per creare la manovra e, palleggiando, risale la corrente fino all’area di rigore. Nella difesa a quattro del Bologna c’è un giocatore, Calafiori, che Thiago impiega come fa Guardiola con Stones nel Manchester City e come, per restare in Serie A, ha fatto in certi momenti Italiano con Martinez Quarta: sale a centrocampo per collaborare con i due mediani. Anche il Milan ha un difensore centrale in grado di sviluppare quel tipo di lavoro, è Kjaer, ma rispetto a Tomori e Thiaw ha qualcosa in meno nella fase difensiva. 


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Ribaltone Juve

Se il mercato spingerà invece Thiago Motta sulla panchina della Juventus, allora assisteremo a un altro ribaltone bianconero, in parte simile a quello realizzato da Sarri quando prese il posto del primo Allegri. Nonostante le difficoltà, soprattutto ambientali, che portarono l’allenatore di Figline Valdarno e il club bianconero alla separazione dopo solo un anno, vale la pena ricordare che con Sarri la Juve ha conquistato il suo ultimo scudetto, anno 2020. Sarebbe un ribaltone di tipo tattico, più che mentale come aveva provato Sarri.  
Dalla difesa a tre sarebbe obbligato, pressoché inevitabile, il passaggio alla linea a quattro. Rispetto al 3-5-2 attuale farebbe un passo indietro Cambiaso che proprio con Thiago, a Bologna, giocava terzino anche se a sinistra, ragione per cui pure nella Juve, dove ora sta facendo l’esterno destro, il prossimo anno potrebbe tornare a sinistra, lasciando a Danilo il posto a destra. Poi centrocampo a tre con McKennie, Locatelli e Rabiot, e soprattutto tre attaccanti. Il ritorno di Soulé alzerà il livello tecnico del tridente bianconero e in alternativa all’argentino c’è comunque un altro ragazzino di grande talento, il turco Yildiz. Al centro dell’attacco Vlahovic, pure lui profondamente diverso da Zirkzee e non solo sul piano tecnico, a sinistra Chiesa. Ecco, l’ex viola potrebbe compiere lo stesso movimento di Orsolini anche se sul lato opposto: partire a sinistra per calciare di destro. 


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Meglio alla Juve o al Milan? Meglio al Bologna, per il Bologna... Ma su Thiago Motta si sono già mossi i club da scudetto, è un allenatore atteso al salto di carriera e trattenerlo in rossoblù sarà in ogni caso complicato. Quindi, torniamo alla domanda: per l’allenatore italo-brasiliano, ex azzurro nella Nazionale di Prandelli, sarebbe meglio la panchina della Juventus o quella del Milan? Premessa: per entrare nel tema, abbiamo preso in esame i giocatori di questa stagione, escluso Soulé che tornerà alla Juve. 

Thiago Motta al Milan con lo stesso modulo

Partiamo dal Milan. Da un punto di vista tattico il passaggio sarebbe indolore. Il Bologna, pur con caratteristiche diverse, va in campo con lo stesso modulo dei rossoneri. Quattro difensori, due mediani, due esterni e un trequartista dietro al centravanti. Un vero punto di contatto c’è: l’utilizzo del trequartista. Sia Loftus-Cheek che Ferguson sono giocatori preziosi per il modo in cui aiutano la squadra, rifinitori ma soprattutto centrocampisti che si prestano anche a un lavoro di quantità. La prima vera differenza riguarda il centravanti, fra Giroud e Zirkzee c’è un abisso, a cominciare dal modo di stare in campo. Col francese, Thiago Motta dovrebbe rivedere i movimenti di tutta la squadra, appoggiandogli la palla, mentre con Zirkzee non ce n’è bisogno visto che l’olandese, appena c’è la necessità, arretra per creare la manovra e, palleggiando, risale la corrente fino all’area di rigore. Nella difesa a quattro del Bologna c’è un giocatore, Calafiori, che Thiago impiega come fa Guardiola con Stones nel Manchester City e come, per restare in Serie A, ha fatto in certi momenti Italiano con Martinez Quarta: sale a centrocampo per collaborare con i due mediani. Anche il Milan ha un difensore centrale in grado di sviluppare quel tipo di lavoro, è Kjaer, ma rispetto a Tomori e Thiaw ha qualcosa in meno nella fase difensiva. 


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