Arbitri e tempo effettivo: più giochi e meno sbagli

Aumentano la stima e la fiducia di Fifa e Uefa nei confronti dell'Aia: tanti i dati positivi del movimento italiano, ma anche ambiti dove migliorare
Edmondo Pinna (inviato a Firenze)
4 min

Internazionali. Non solo, ma anche multietnici, multi-culturali e multi-religiosi. Guardati con stupore e apprezzamento. Sì, quegli arbitri che in Italia mettiamo in croce ogni domenica, hanno grandi estimatori in giro per il Mondo. Lo dicono i numeri, che vanno saputi leggere al di là del freddo dato statistico. Su circa 33mila associati dell'Aia, infatti, 2.700 sono donne e 1.500 sono nati in paesi diversi dal nostro. All'interno dell'Aia ci sono arbitri che vengono da 114 Nazioni sparse in tutti i continenti, portando oltre alla tecnica anche il proprio carico - ciascuno il suo - di usi, costumi e tradizioni differenti dalla nostra. Stiamo allargando i confini. Anche dal punto di vista tecnico. Mezzo mondo chiede arbitri italiani, e non è solo una questione di Fifa (il Gran Mogool è Pierluigi Collina) e Uefa (Roberto Rosetti, che terrà una lezione agli azzurri a Coverciano venerdì). Azerbaijan (c'è stato di recente Ghersini), Emirati Arabi, Croazia ma anche Arabia Saudita, Turchia, Grecia e Cipro ci hanno chiesto spesso e volentieri di avere arbitri (ma anche Var) dal nostro Paese. Sono state 87 le designazioni esterne fatte da Rocchi e altrettante sono state rifiutate per mancanza di... elementi.

L'apprezzamento di Fifa e Uefa per l'Aia

Tutto questo si affianca alla fiducia che Fifa e Uefa ripongono nei nostri confronti. Tanto che - notizia non ancora ufficiale - il nostro miglior varista, ovvero Massimiliano Irrati, probabilmente saluterà l'Italia e andrà a fare l'istruttore da Collina. Una grave perdita per noi, un grande acquisto a livello mondiale. Abbiamo due arbitri ai prossimi Europei (Orsato, candidato alla finale, Italia permettendo, e Guida, che ha superato Massa, con le loro crew); abbiamo Mariani che andrà - unico rappresentante Uefa - alla Coppa America 2024 (il responsabile del Conmebol è - tanto per non smentirci - nostro, ovvero Rizzoli). Alle Olimpiadi andranno Valeri (come Vmo) e Francesca Di Monte (come assistente); nelle due semifinali di Champions e Conference c'erano Orsato e Guida; Irrati è stato Var support alla finale di Champions; Massa e Mariani fanno patte del progetto Mondiale 2026 (Canada Messico e Stati Uniti).

Arbitri, le criticità da affrontare

Tutto oro dunque? Non proprio, perché i numeri - e ieri Rocchi ne ha sciorinati parecchi - dicono anche altro. Che in stagione sono stati commessi 153 errori (interventi Var); che 12 sono gli errori commessi nonostante la tecnologia: 9 nel girone di andata (Juve-Bologna, Monza-Lecce, Sassuolo-Juve, Monza-Bologna, Salernitana-Bologna - aggiunto a fine anno - Juve-Genoa, Genoa-Inter, Inter-Verona e Sassuolo-Fiorentina) e solo 3 in quello di ritorno (Inter-Genoa Lazio-Juve e Lecce-Empoli). Non solo, ma c'è un dato che fa da cartina di tornasole: quello del tempo effettivo. Quando questo diminuisce, gli arbitri tendono a sbagliare di più. «Se ci si ferma troppo a pensare e poco a giocare, la testa dei giocatori è più portata a riflettere sull'errore» la spiegazione di Rocchi. Ma per rimanere grandi bisogna crescere anche da questo punto di vista.

Aumentano i casi di violenza contro gli arbitri

Cresce il numero degli atti violenti contro gli arbitri (ma diminuiscono quelli gravi, merito dell'inasprimento delle pene): si è arrivati a 519 episodi (contro i 344 dello scorso anno) dei quali 341 da calciatori, 129 da dirigenti e 49 da estranei. Qui, male male male.


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