L'emendamento Mulé per dare maggior rappresentatività alla Serie A (sul modello della Premier League) è passato, pur con una serie di modifiche rispetto al testo originario. Una versione 'light' che per la Lega di Serie A, oggi rappresentata da Lorenzo Casini, è comunque un "traguardo importante" perché "la norma è un primo passo, indispensabile, del percorso di riforme che la Serie A ha chiesto da tempo". L'emendamento a firma del deputato Giorgio Mulè al decreto legge su Sport e Istruzione è stato approvato dalla Commissione Cultura di Montecitorio.
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Soddisfatta anche la Figc
Soddisfazione anche nella Federcalcio per il testo rimodulato perché ricalca quella che è sempre stata la linea del presidente Gravina. Della formula iniziale è rimasto un solo punto che "garantisce, nel rispetto degli statuti, un'adeguata rappresentanza nei sistemi federali". Quindi negli sport a squadre composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale "le leghe sportive professionistiche hanno diritto a un'equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo".
Sanzioni evitate
Soddisfatta, così, la Serie A per un processo avviato di riforme che richiedeva da tempo e che ritiene irreversibile visto che viene affermato, secondo la massima lega italiana, un principio cardine delle democrazie contemporanee, quello della "no taxation without representation". Ma, come detto, è soddisfatta anche la Federcalcio, soprattutto nel giorno in cui Uefa e Fifa avevano inviato alla Figc una lettera che minacciava sanzioni qualora l'emendamento fosse passato nella sua versione originale. Tra le possibili sanzioni c'erano quelle di una sospensione della Figc e di perdere l'Europeo del 2032. L'emendamento, così com'è passato nella serata di oggi salva la Figc da eventuali sanzioni internazionali e, sempre secondo la Federcalcio, sarebbe una norma programmatica e non precettiva, dunque che darebbe un'indicazione sulla linea da seguire e non un obbligo, andando comunque incontro a una logica della revisione delle rappresentanze che era già nei piani del presidente Gravina.
Il commento di Abodi
"Adesso sarà più facile per la Federazione, se vorrà anche con il nostro contributo, trovare una soluzione equilibrata e di buonsenso al tema trattato dall'emendamento, e anche alle altre grandi questioni che non hanno trovato risposte e soluzioni in questi anni nel sistema calcio". Così il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, commentando l'emendamento a firma del deputato Giorgio Mulè al decreto legge su Sport e istruzione approvato dalla Commissione Cultura di Montecitorio.