Torino-Napoli, Conte contro Vanoli: è spy story

Sfida senza segreti: il tecnico del Torino ha collaborato con l'allenatore degli azzurri: dall’esperienza in Nazionale fino all'Inter
Fabio Mandarini

Il Napoli è partito ieri pomeriggio da Capodichino intorno alle 17 e dopo un’oretta e mezza di volo è sbarcato all’aeroporto di Caselle. Il grande ritorno a Torino per sfidare il Toro: più o meno un anno dopo la disfatta del 7 gennaio. Una sconfitta tremenda, probabilmente la giornata più buia della stagione nerissima con lo scudetto sulle maglie, sotto gli occhi di due allenatori in tribuna: Mazzarri era squalificato e rinchiuso in un gabbiotto sopra la tribuna stampa, mentre più in là, in veste di spettatore già stuzzicato dall’argomento nonostante il rifiuto alla prima proposta di De Laurentiis di subentrare a Garcia, c’era Antonio Conte. Sono trascorsi 328 giorni da quella sconfitta: e oggi Conte guiderà il Napoli in cerca di riscatto dalla panchina. Contro un altro amico, dopo aver già affrontato Ranieri una settimana fa, e un altro allievo dopo gli incroci con i suoi ex giocatori Thiago Motta e Fabregas: Paolo Vanoli, il tecnico del Toro che è stato suo collaboratore in Nazionale, all’Inter e al Chelsea. Una trappola vera: roba da 007 e controspionaggio.

La spy

Questa è la storia di una partita a specchio e della parabola del bicchiere: bisogna decidere se è mezzo vuoto o mezzo pieno. Sì: perché se è vero che Vanoli sa troppo di Conte e conosce a fondo anche Lukaku, lo è altrettanto che Conte sa troppo di Vanoli e in quattro anni di collaborazione (a più riprese) deve avergli insegnato tanto influenzandolo un bel po’. Lo specchio, appunto: Antonio e Paolo si guardano e al di là dei ricordi, dell’Europeo 2016, dello scudetto con l’Inter e della Coppa d’Inghilterra con il Chelsea, ognuno vede rifl e ssa l’immagine del calcio dell’altro. Un bel problema. Fermo restando i segreti e le novità: ce ne saranno eccome. Ma ovviamente entrambi si saranno vivisezionati e avranno spedito un osservatore a fare relazioni: quello di Conte è Mauro Sandreani, nella stagione 1996-1997 allenatore del Torino. Intrighi su intrighi modello spy story: l’ha scritta leCarré questa vigilia.


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Quanta strada

Il rapporto tra i due nasce ancor prima delle sfide in campo ai tempi di Juve e Parma: Rodolfo, il fratello del tecnico del Torino, è stato compagno di squadra del signor Antonio nel Lecce. Anni 80, giocava in difesa. Poi, l’incontro in Nazionale: Vanoli, allenatore molto apprezzato dell ’ Under 18 e dell’Under 19, viene coinvolto dal ct nella preparazione dell’Europeo 2016 in maniera non ufficiale. Poi, quando Conte va al Chelsea, prima entra nello staff del nuovo ct Ventura e poi lo raggiunge a Londra per la seconda stagione in Blues. A seguire l’Inter, curando soprattutto la fase difensiva: vinceranno lo scudetto. E si diranno adios: Antonio va al Tottenham, Paolo invece allo Spartak Mosca per il primo incarico da allenatore solista.

La difesa a tre

«Mi è dispiaciuto quando decise di andare via», ha detto Conte venerdì in conferenza. Alla vigilia della prima sfida faccia a faccia. Influenze? Vanoli schiera il Torino con il 3-5-2 che di Conte è stato un marchio, ma non è mica una replica: ognuno lo fa a suo modo. Come il maestro, tra l’altro, sa cambiare, aggiornarsi e vestire il tridente che indossa il Napoli da qualche mese: a Venezia ci ha vinto l’ultimo campionato di B. Ah, come dimenticarlo: tempra e carattere sono forgiati nel fuoco. Ricorda Conte.


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Il Napoli è partito ieri pomeriggio da Capodichino intorno alle 17 e dopo un’oretta e mezza di volo è sbarcato all’aeroporto di Caselle. Il grande ritorno a Torino per sfidare il Toro: più o meno un anno dopo la disfatta del 7 gennaio. Una sconfitta tremenda, probabilmente la giornata più buia della stagione nerissima con lo scudetto sulle maglie, sotto gli occhi di due allenatori in tribuna: Mazzarri era squalificato e rinchiuso in un gabbiotto sopra la tribuna stampa, mentre più in là, in veste di spettatore già stuzzicato dall’argomento nonostante il rifiuto alla prima proposta di De Laurentiis di subentrare a Garcia, c’era Antonio Conte. Sono trascorsi 328 giorni da quella sconfitta: e oggi Conte guiderà il Napoli in cerca di riscatto dalla panchina. Contro un altro amico, dopo aver già affrontato Ranieri una settimana fa, e un altro allievo dopo gli incroci con i suoi ex giocatori Thiago Motta e Fabregas: Paolo Vanoli, il tecnico del Toro che è stato suo collaboratore in Nazionale, all’Inter e al Chelsea. Una trappola vera: roba da 007 e controspionaggio.

La spy

Questa è la storia di una partita a specchio e della parabola del bicchiere: bisogna decidere se è mezzo vuoto o mezzo pieno. Sì: perché se è vero che Vanoli sa troppo di Conte e conosce a fondo anche Lukaku, lo è altrettanto che Conte sa troppo di Vanoli e in quattro anni di collaborazione (a più riprese) deve avergli insegnato tanto influenzandolo un bel po’. Lo specchio, appunto: Antonio e Paolo si guardano e al di là dei ricordi, dell’Europeo 2016, dello scudetto con l’Inter e della Coppa d’Inghilterra con il Chelsea, ognuno vede rifl e ssa l’immagine del calcio dell’altro. Un bel problema. Fermo restando i segreti e le novità: ce ne saranno eccome. Ma ovviamente entrambi si saranno vivisezionati e avranno spedito un osservatore a fare relazioni: quello di Conte è Mauro Sandreani, nella stagione 1996-1997 allenatore del Torino. Intrighi su intrighi modello spy story: l’ha scritta leCarré questa vigilia.


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