Derby Roma-Lazio, qui il merito non conta più

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Derby Roma-Lazio, qui il merito non conta più
Ivan Zazzaroni
3 min

«Te ne intendi di basket?», domandò durante la diretta l’allenatore al giornalista. «Un po’, giocavo», rispose il giornalista. «Ma t’hanno fatto smette’ subito», chiosò l’allenatore prima di aggiungere: «Ti spiego perché. A basket un’azione dura al massimo 24 secondi. Fai gli schemi, giochi in un campo di 28x15 e quando mancano cinque secondi alla fine, lo schema non è venuto e non sai che fare - e giochi con le mani e corri con i piedi e hai tre secondi per pensare - cosa succede? A chi passi la palla? A quello più bravo che tenta l’uno contro uno, esce da un blocco e tira».

«Ora tu, voi», proseguì l’allenatore spiazzando il giornalista «volete farmi credere che in un campo di 110x70 dove si gioca con i piedi, e non con le mani, vincano gli schemi? E allora dico che Messi non vale 200 milioni e Ronaldo 300... Nel calcio bisogna dare un’organizzazione difensiva, puntare su quelli più bravi e metterli nelle condizioni ideali per esprimersi».

Nel derby è diverso. Il derby è maledetto come sa esserlo il calcio: non vincono gli schemi e nemmeno i più bravi in assoluto, ma i più bravi a interpretarlo. Quelli con più voglia, più determinazione, più coraggio, più disperazione, più palle. E anche più fortuna, perché no? Il derby è l’essenza del calcio esclusivamente per le emozioni, anche violente, che sa trasferire, e non solo da noi, in Italia. Lo è ovunque. Per anni molti allenatori hanno provato a convincerci che si tratta di una partita come un’altra poiché vale tre punti, un punto o zero punti come tutte le 38 del campionato. Ma il derby non è la partita degli allenatori, è quella della gente. E per la gente il derby vale 57 punti, la metà dei 114 complessivi, visto che di derby se ne giocano due all’anno, a parte le appendici di coppa Italia.

Nessuno può sapere come finirà il derby di questa sera: posso garantire però che se una tra Roma e Lazio festeggerà, avrà tutto il diritto di farlo, e a quel punto l’analisi del valore oggettivo delle squadre e delle prestazioni non sarà così importante.

Come disse Oppenheimer: «La vita sarebbe veramente uno squallore se non si potesse ottenere più di ciò che si merita».

 


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