
Le mafie hanno un metodo collaudato per infiltrarsi nelle curve: entrano offrendo protezione e finiscono per controllarne i traffici. È quanto sarebbe accaduto prima a Torino (sponda Juve) e poi a Milano nelle tifoserie dei due club cittadini, in particolare con i legami del capo ultrà rossonero Lucci e la scalata di Antonio Bellocco (poi assassinato) ai vertici del tifo nerazzurro. In queste storie ci sarebbe una matrice comune di ‘ndrangheta: i Bellocco sono legati alla famiglia Pesce di Rosarno, quella da cui proveniva Rocco Dominello, leader di una sezione dei “Drughi”, uno dei principali gruppi della curva juventina, finito al centro dello scandalo del 2017. A ricostruire queste vicende, trovando tenebrosi punti di contatto, è l’inchiesta di Report “Derby d’Italia” a firma di Daniele Autieri, che andrà in onda stasera a partire dalle 22.30 circa su Rai3.
Juve, Inter e Milan: i casi
Il programma tenterà di far luce sulle attività criminose nelle curve: dallo spaccio al bagarinaggio, fino alla gestione dei parcheggi. Un vaso di Pandora che l’inchiesta “Doppia Curva” ha già parzialmente scoperchiato, portando a 19 arresti. Per il pm Viola «Inter e Milan sono soggetti danneggiati» e le due società si sono già costituite parte civile nei processi di febbraio e marzo. Nell’indagine di Report si potranno ascoltare per la prima volta le voci dei protagonisti di questa storia e i video che li ritraggono, oltre ad alcune intercettazioni inedite.
Inter, i conti durante la gestione Zhang
Oltre alla questione ultras, vengono approfonditi anche i conti dell’Inter, con particolare riferimento alla gestione Zhang. Nel servizio si parla di debiti, di pressioni politiche e si arriva a mettere persino in dubbio la regolarità dell’iscrizione al campionato da parte del club presieduto da Marotta, nonostante per il presidente della Covisoc, Tommaso Miele, ci sia «garanzia di ampia regolarità» su tutti i fronti. Tra gli intervistati, c’è il presidente della Figc, Gabriele Gravina, secondo il quale «si confonde il debito di un club con quello del soggetto titolare». Della questione ha parlato anche il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che con preoccupazione per l’esposizione debitoria del calcio italiano ha voluto una nuova agenzia governativa sul controllo dei club al posto della commissione di vigilanza federale. «C’è una norma interna alla federazione, ma non c’è stata applicazione sistematica, puntuale, efficace e trasparente», il suo pensiero a 360 gradi. L’Inter, che non ha mai ricevuto agevolazioni da parte dello Stato se non quella legata alla postergazione dei contributi dopo il Covid (l’hanno avuta tutti i club), ha sempre respinto informalmente le accuse di malagestione. I nerazzurri hanno sempre ottenuto la licenza Uefa e per ben due volte hanno rispettato il Settlement Agreement con Nyon, rivendicando la previsione, nel prossimo bilancio, di un primo utile operativo (manca dal 2018) e di perdite dimezzate.