Cosa rischiano i 12 calciatori indagati per scommesse illegali

Chi punta sul calcio è punito con almeno tre anni di squalifica e una multa: se collabora e patteggia ottiene uno sconto come è accaduto con Tonali e Fagioli
Giorgio Marota
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Un milione e mezzo di euro sequestrati, una dozzina di calciatori indagati, cinque misure cautelari e la solita discriminante: i tesserati hanno scommesso su partite di calcio? Se la risposta è sì, come lo fu per i casi di Fagioli e Tonali nell’ottobre del 2023, allora non c’è altra strada che la squalifica. Entrambi allora patteggiarono con la procura federale, evitando di andare a processo e “cavandosela” solo, rispettivamente, con 7 e 10 mesi di squalifica, più altri di misure alternative (gli incontri con i giovani, le visite nelle scuole calcio, i dibattiti sulla ludopatia ecc…). A regolamentare questa fattispecie è l’articolo 24 del codice di giustizia sportiva, secondo il quale “Ai soggetti dell'ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”. La violazione comporta una squalifica non inferiore a tre anni e una multa di almeno 25 mila euro.

I nomi dei calciatori finiti nel mirino

La sanzione, ovviamente, è patteggiabile. Mentre non lo è quella inquadrata nell’ottica dell’illecito sportivo. Un esempio: un calciatore scommette sulla propria squadra e influisce sul risultato della gara per trarre beneficio a sé stesso o ad altri. In quel caso si parla di pene esemplari, con almeno 4 anni di stop. I calciatori finiti al centro di questa nuova bufera – tra questi Florenzi, Zaniolo, Perin, McKennie, Paredes, Di Maria, Bellanova, Samuele Ricci, Buonaiuto, Cancellieri e Junior Firpo - avrebbero dunque potuto scommettere su basket, tennis, pallavolo o magari altri sport? La risposta è sì. Il punto nodale sono le piattaforme illegali: in quel caso, però, la questione fuoriesce dai confini della giustizia sportiva per entrare in quella ordinaria.

Cosa può succedere adesso

I calciatori, in questo caso, possono essere indagati e rischiare una contravvenzione punita con l’arresto sino a 3 mesi e una ammenda sino a 500 euro dal secondo e terzo comma dell’articolo della legge 401 del 1989. La contravvenzione può essere sanata con una oblazione, pagando cioè la metà del massimo dell’ammenda prevista, quindi in questo caso con 250 euro. La procura della Figc si è già attivata chiedendo gli atti alla procura di Milano per rintracciare eventuali violazioni del codice sportivo. Se il pallone emergesse come una delle attività delle puntate illecite che finivano nelle tasche di Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera (i quali utilizzavano una gioielleria milanese come «banca» per regolare in maniera occulta i conti), arriverebbero una valanga di squalifiche e un nuovo terremoto per il calcio italiano.


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