Come stanno Inter e Napoli: dalla condizione all'ambiente, tutti i voti alle due contentendi per lo Scudetto

Sfida da scudetto al rush finale: per i nerazzurri non è l’unica, i partenopei hanno consumato ora l’aggancio. Due stagioni diversamente straordinarie. E sullo sfondo, per assegnare il titolo di Campione d’Italia, potrebbe esserci persino l’epilogo dello spareggio
Come stanno Inter e Napoli: dalla condizione all'ambiente, tutti i voti alle due contentendi per lo Scudetto
Alberto Polverosi

L’Inter ha tre fronti aperti, tre traguardi lì vicini, quasi li tocca, ma al tempo stesso possono scappare via. Convinzione (di farcela) e apprensione (di non farcela) si mischiano in questi ultimi 40 giorni di calcio.

 

La condizione dell’Inter: voto 6.5

 

La fatica comincia a farsi sentire. E’ inevitabile dopo una stagione che, per meriti evidenti, sembra non finire mai alla Pinetina. Mercoledì scorso, contro il Bayern, con una fiammata di tre minuti aveva incenerito i bavaresi e qualcosa ha pagato a Bologna, la fatal Bologna nerazzurra, quando nel finale si è fatta spingere tutta indietro, davanti alla propria area di rigore. A Inzaghi sta mancando qualche ricambio, la lunga assenza di Dumfries e Zielinski non lo ha certo aiutato, domenica non aveva nemmeno Thuram e sostituirlo col deludentissimo Taremi è come fare un passo indietro sotto tutti gli aspetti. Dumfries e Zielinski potrebbero riavvicinarsi alla partita sabato prossimo, contro la Roma, lo stesso va detto per Thuram che ha la possibilità di riprendere il posto da titolare contro il Barcellona.

Il calendario dell’Inter: voto 7.5

Per l’Inter incidono le coppe. Domani la semifinale di Coppa Italia col derby (e c’è il rischio, per Inzaghi, anche dei supplementari dopo l’1-1 dell’andata), sabato la Roma in corsa per l’Europa, il mercoledì seguente la semifinale d’andata di Champions a Barcellona. Ci vogliono molte energie. Peraltro, anche il solo calendario della Serie A sembra più favorevole al Napoli, visto che i nerazzurri nelle ultime cinque gare dovranno incontrare le due romane che puntano all’Europa, il Verona ancora in corsa per la salvezza e solo due squadre, Torino e Como, senza obiettivi.

L’uomo-forte: voto 8

Facile: Lautaro Martinez. Il capitano è in una forma fantastica, segna e trascina, fa gioco e rifinisce, in campo mette una grinta e una rabbia che fanno paura. Ha fame Lautaro. Non si accontenta, non si ferma, non si arrende mai. Per ora ha segnato meno del solito, ma non si può dire che il suo rendimento sia inferiore a quello degli anni scorsi. E’ sempre più leader dei campioni d’Italia.

L’uomo-sorpresa: voto 7

L’Inter è sempre la stessa, o quasi. La sorpresa nel suo caso è relativa. Non possiamo indicare nemmeno Arnautovic perché in questa stagione sta mantenendo una media-gol incredibile. E ovviamente non saranno mai una sorpresa Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan, la forza trainante della squadra. Il nome che ci viene in mente è quello di Carlos Augusto. L’ex del Monza ha segnato il primo gol a Bergamo, è stato fra i migliori anche domenica scorsa a Bologna. Gioca da esterno sinistro o da difensore, il rendimento è sempre costante.

Ambiente dell’Inter: voto 7

Fuori dalla Pinetina si passa da momenti di euforia (“rifacciamo il triplete”) a momenti di spavento (“non abbiamo ancora vinto nulla”). L’Inter è un blocco unico, squadra-allenatore-tifosi, ma la possibilità di vedersi sfuggire di mano ogni traguardo è fastidiosa. Inzaghi (esclusi i ’90 di ogni partita...) riporta equilibrio durante la settimana, rasserena l’ambiente, lo normalizza, ma anche lui sa di trovarsi nel momento decisivo della sua brillante avventura interista.

 


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Come sta il Napoli

Se lo vince, fa un capolavoro. Se lo perde, per la gente è un’altra delusione. La realtà è che in questo campionato il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario, proprio come l’Inter (su tre fronti) e se per i tifosi solo la vittoria può fare davvero la differenza, in modo più sereno va considerato il percorso e quello di Conte e dei suoi ragazzi è stato finora un percorso incredibile.

La condizione del Napoli: voto 6.5

A Monza, contro una squadra praticamente retrocessa, per prendersi i tre punti il Napoli ha fatto tanta fatica. Troppa. Forse avvertiva la tensione, forse la stanchezza. Era stato più semplice mettere sotto l’Empoli (ancora in corsa per la salvezza) nel turno precedente, mentre a Bologna, a metà aprile, aveva patito le pene dell’inferno. Insomma, la brillantezza non c’è più, ma del resto ora contano solo i punti. La nuova assenza di Neres (difficile rientri col Torino) toglie fantasia e incisività alla squadra, quella contemporanea di Buongiorno (lui col Toro potrebbe farcela, ci tiene da ex) e Juan Jesus (stagione finita) porta via consistenza alla difesa.

 

Il calendario del Napoli, voto 6.5

Torino, poi a Lecce, Genoa, poi a Parma, infine Cagliari al Maradona. Due avversarie senza traguardi da raggiungere (Toro e Genoa), due di sicuro in lotta per non retrocedere (Lecce e Parma) e un’altra, il Cagliari, che all’ultima di campionato potrebbe aver già conquistato la salvezza. E’ un programma per niente insidioso, ma tutto dipende dal Napoli. Se è quello di Monza, sarà un finale complicato, altrimenti sarà una bella volata.

L’uomo-forte: voto 7.5

È Scott McTominay, nove gol (e quattro assist) in campionato, solo uno in meno di Reijnders, il capocannoniere dei centrocampisti della Serie A. Le ultime due partite si sono risolte grazie a questo scozzese dotato di tutto, tecnica, fisico, forza atletica, sensibilità tattica. Doppietta contro l’Empoli e gol decisivo a Monza, tre colpi negli ultimi 180 minuti. Arriva da dietro e sorprende chiunque, la sua capacità di scomparire in un attimo per riapparire libero in area avversaria è sorprendente.

L’uomo-sorpresa: voto 7

Facciamo il nome di Giacomo Raspadori che a Monza, appena entrato, ha piazzato la palla sulla testa di McTominay per la vittoria del Napoli. Non ha segnato molto perché non ha giocato molto, quattro gol in ventun presenze, con appena sette da titolare. Ha avuto il suo momento di gloria quando è mancato Neres e Conte, cambiando modulo, lo ha messo al fianco e alle spalle di Lukaku: quattro partite da titolare e tre gol. Forse è il caso di dargli un po’ di spazio in più.

Ambiente del Napoli: voto 6.5

Il Brianteo era quasi tutto azzurro, la gente ci crede, sogna lo scudetto ed è pronta a una nuova grande festa. Le recenti uscite di Conte, con le risposte indirette di De Laurentiis, non hanno contribuito però a dare serenità all’ambiente, tutt’altro. Oggi più che mai il Napoli ha bisogno di una spinta in una sola direzione. I chiarimenti meglio a fine stagione. C’è da immaginare che da ora fino alla fine andrà così, tutti insieme verso un sogno.


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L’Inter ha tre fronti aperti, tre traguardi lì vicini, quasi li tocca, ma al tempo stesso possono scappare via. Convinzione (di farcela) e apprensione (di non farcela) si mischiano in questi ultimi 40 giorni di calcio.

 

La condizione dell’Inter: voto 6.5

 

La fatica comincia a farsi sentire. E’ inevitabile dopo una stagione che, per meriti evidenti, sembra non finire mai alla Pinetina. Mercoledì scorso, contro il Bayern, con una fiammata di tre minuti aveva incenerito i bavaresi e qualcosa ha pagato a Bologna, la fatal Bologna nerazzurra, quando nel finale si è fatta spingere tutta indietro, davanti alla propria area di rigore. A Inzaghi sta mancando qualche ricambio, la lunga assenza di Dumfries e Zielinski non lo ha certo aiutato, domenica non aveva nemmeno Thuram e sostituirlo col deludentissimo Taremi è come fare un passo indietro sotto tutti gli aspetti. Dumfries e Zielinski potrebbero riavvicinarsi alla partita sabato prossimo, contro la Roma, lo stesso va detto per Thuram che ha la possibilità di riprendere il posto da titolare contro il Barcellona.

Il calendario dell’Inter: voto 7.5

Per l’Inter incidono le coppe. Domani la semifinale di Coppa Italia col derby (e c’è il rischio, per Inzaghi, anche dei supplementari dopo l’1-1 dell’andata), sabato la Roma in corsa per l’Europa, il mercoledì seguente la semifinale d’andata di Champions a Barcellona. Ci vogliono molte energie. Peraltro, anche il solo calendario della Serie A sembra più favorevole al Napoli, visto che i nerazzurri nelle ultime cinque gare dovranno incontrare le due romane che puntano all’Europa, il Verona ancora in corsa per la salvezza e solo due squadre, Torino e Como, senza obiettivi.

L’uomo-forte: voto 8

Facile: Lautaro Martinez. Il capitano è in una forma fantastica, segna e trascina, fa gioco e rifinisce, in campo mette una grinta e una rabbia che fanno paura. Ha fame Lautaro. Non si accontenta, non si ferma, non si arrende mai. Per ora ha segnato meno del solito, ma non si può dire che il suo rendimento sia inferiore a quello degli anni scorsi. E’ sempre più leader dei campioni d’Italia.

L’uomo-sorpresa: voto 7

L’Inter è sempre la stessa, o quasi. La sorpresa nel suo caso è relativa. Non possiamo indicare nemmeno Arnautovic perché in questa stagione sta mantenendo una media-gol incredibile. E ovviamente non saranno mai una sorpresa Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan, la forza trainante della squadra. Il nome che ci viene in mente è quello di Carlos Augusto. L’ex del Monza ha segnato il primo gol a Bergamo, è stato fra i migliori anche domenica scorsa a Bologna. Gioca da esterno sinistro o da difensore, il rendimento è sempre costante.

Ambiente dell’Inter: voto 7

Fuori dalla Pinetina si passa da momenti di euforia (“rifacciamo il triplete”) a momenti di spavento (“non abbiamo ancora vinto nulla”). L’Inter è un blocco unico, squadra-allenatore-tifosi, ma la possibilità di vedersi sfuggire di mano ogni traguardo è fastidiosa. Inzaghi (esclusi i ’90 di ogni partita...) riporta equilibrio durante la settimana, rasserena l’ambiente, lo normalizza, ma anche lui sa di trovarsi nel momento decisivo della sua brillante avventura interista.

 


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