Foggia esclusivo: "Benevento salvo con la garra di Gaich"

Il ds giallorosso: "Lo seguivo già dal gol al River dal 2020, può ancora migliorare"
Foggia esclusivo: "Benevento salvo con la garra di Gaich"© Bartoletti
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BENEVENTO - Un superstizioso nella terra delle Streghe. Un miscuglio magico che non può prescindere da riti scaramantici o anche da piccoli gesti che devono scacciare le negatività e attirare la buona sorte. Pasquale Foggia lo ammette senza falsi pudori, la strada che conduce alla salvezza il suo Benevento è costellata di talismani e gesti portafortuna: «Bè, sì, sono scaramantico. Ormai lo sanno tutti, anche il presidente mi prende un po' in giro». Un po' di magia, in una terra come quella che la leggenda vuole sia stata popolata da streghe, non guasta certo. Ma una cosa è sicura: se il Benevento centrerà la salvezza non sarà stato certo per un rito propiziatorio riuscito bene, ma per la bravura e la lungimiranza di chi questa squadra l'ha costruita e l'ha guidata. Il ds di Soccavo ci crede fermamente, bisogna solo guardare al futuro con tutta la fiducia possibile.

Il Benevento, a nove giornate dalla conclusione, ha ben otto punti di vantaggio sulla zona rossa. Come si fa a completare questa missione?

«Semplice, con lo stesso atteggiamento mostrato fino ad ora. Bisogna stringere i denti per un altro mesetto da qui alla fine e portare a casa i punti che servono per mettersi al riparo da ogni sorpresa».

Quanti ne servono? Avete fissato la quota salvezza?

«Tutti dicono anche 37-38, noi puntiamo ai 40 punti per essere sicuri. Poi magari cambieremo idea strada facendo, quando arriveremo verso il traguardo. Se ne serviranno di meno, sarà meglio».

Che cosa sarebbe la salvezza per il Benevento? Un miracolo, un'impresa o cosa...?

«Se dovessimo raggiungere la salvezza rimarrà nella storia di questo club. Abbiamo fatto due apparizioni in serie A e la prima non è stata felice, questa invece sarebbe storica come il campionato di serie B dell'anno scorso. Per il Benevento sarebbe una soddisfazione infinita».

Gaich: com'è nata l'idea di portarlo a Benevento?

«Lo seguivo da tempo, l'idea di prenderlo ce l'avevamo sin da marzo dell'anno scorso. Adolfo è un giocatore che mi è sempre piaciuto, giovane ma di grande personalità. L'avevo visto giocare davanti a 50-60mila spettatori, segnare un gol al River senza fare una piega, mostrando la “garra” che serve in campo e fuori. Per me rimane un attaccante che ha ampi margini di miglioramento e neanche lui sa ancora dove può arrivare. Se ci salviamo rimarrà con noi: abbiamo l'opzione per il secondo anno di prestito, senza condizioni. Dipende solo da noi» [...] 

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