Bologna, onorevole Orsolini

L’Orso ha una dote particolare, oltre le indiscutibili qualità tecniche: mi diverte. Sembra che giochi il calcio di una volta, con una partecipazione umanissima che nasce da un amore paesano
Italo Cucci
5 min

Quando mi dicono che c’è da vedere Orsolini mollo tutto. L’Orso ha una dote particolare, oltre le indiscutibili qualità tecniche: mi diverte. Un po’ perché mi sembra che giochi il calcio di una volta, con una partecipazione umanissima che nasce da un amore paesano. A 7 anni indossava già la maglietta dell’Ascoli. E da quelle parti non nascono i frilli. Poi, ha quell’aria da uriginel che conquista: un attore da zirudela, micio e mastino, mai divo ma popolare rapinatore di consensi, un Passator Cortese che se si presentasse candidato al Parlamento lo farebbero onorevole. Come diceva Villani di Bulgarelli e oggi dico io: “Onorevole Orsolini!!!”.  

Viva Orsolini ma c'è anche un bel Bologna

Ohi, non è mica facile conquistare così i bolognesi e far cantare tutto lo stadio onorando il 2 di Marzo con Lucio Dalla che canta e innesca cori di sorrisi e lacrime due giorni prima del fatidico 4 marzo 1943 e un giorno dopo l’addio. Che bella dedica, la doppietta dell’Orso. Vorrei meritarmela anch’io. Perché ruppi con Pippo Inzaghi che non lo vedeva, mi rifeci con Sinisa che lo colse generoso, mai permaloso da sceneggiate (magari dentro sì). E lo fece onesto titolare. Viva Orsolini ma c’è anche un bel Bologna ch’è proprio una fede: se cade per primo non ti disperi, sai che si riscatta in men che non si dica. Se non sbaglio, i rossoblù sono andati in svantaggio 10 volte, in questa stagione, e Italiano gli ha dato o il coraggio, o la mattisia, o gli strumenti per pareggiare o vincere, come ieri, dopo il gol a freddo di Piccoli (contropiede, assist di Augello, testa e Skorupski battuto). Piccoli, un altro Superman bergamasco cresciuto nel prolifico vivaio dell’Atalanta, nove gol con il Cagliari, un gran vigore atletico. Lo pensavo già dalla vigilia arma sicura del Cagliari, anche se Davide Nicola aveva annunciato numerose e svariate strategie resilienti. Ero curioso: estimatore di Davide Nicola dal giorno in cui scrisse la favola di Crotone (prodigiosa salvezza dei calabresi nel 2017 e un ricordo nostalgico di Luigi Ioele) pensavo potesse interrompere il Carnevale bolognese. Ma ha trovato un Bologna troppo forte che l’ha sconfitto con una mossa: Cambiaghi.

Bologna, classifica sempre più bella

Per un tempo ho osservato Calabria, al gol di Piccoli con disappunto. Dopo, vedendolo crescere in sicurezza e in armonia coi compagni. Ho anche pensato - da antico catenacciaro - che un 4-2-3-1 con Castro, Dominguez, Fabbian e Orsolini fosse esagerato. Troppo audace. Per fortuna sono pensieri segreti. Perché nel secondo tempo entrano Ferguson per Fabbian e Cambiaghi per Dominguez e in un attimo il bergamasco (caro a Sartori), reduce da un incidente tremendo e ancora ai primi minuti di ripresa, si avventa nell’area del Cagliari, subisce un rigore, lo affida a Orsolini ed è pareggio. Al 48’ è cominciata un’altra partita. Al 55’ il portiere del Cagliari Caprile si esibisce in una parata strepitosa per cancellare una velenosa deviazione di Zappa su tiro di Likogiannis. Un minuto dopo, assist di Cambiaghi, 2-1 di Orsolini. Classifica sempre più bella. Da Champions (pensateci subito, in società, e bloccate Italiano che non vi scappi come Motta). Don Vincenzo non è un fenomeno ma sta crescendo grande verso i grandi. Non è un barboso difensivista, non è un pericoloso qualunquista: è semplicemente un Italiano vero, come Nereo Rocco che passava da catenacciaro e faceva giocare quattro punte in campionato. E una volta ne schierò cinque in Coppa dei Campioni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati. Vogliamo parlare di calcio?


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