Orsolini, un conto in sospeso con l’Atalanta

Nello spareggio Champions contro la Dea vuole smentire chi a Bergamo nel 2017-18 non lo considerò adeguato
Claudio Beneforti
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BOLOGNA - Laddove è stato bocciato, o quanto meno non è stato apprezzato per quelle che erano le sue potenzialità tecniche, l’Orso è tornato sempre con quel «non so che» addosso che lo ha portato a fare male all’Atalanta. Chiamatela voglia di rivincita, chiamatelo desiderio di far vedere chi era a chi di dovere, fatto sta che Riccardo Orsolini non ha mai nascosto il senso di appartenenza che ha nei confronti del Bologna e poco gli è importato da ex di non festeggiare i gol che via via ha segnato alla Dea, essendosi sentito probabilmente poco rispettato da qualcuno che conta a Zingonia. Tra l’altro, pensate che l’Atalanta è una delle «vittime» preferite dell’Orso, avendole segnato tre gol e avendo confezionato due assist per i gol dei suoi compagni di squadra, in pratica solo contro Udinese, Lecce e Cagliari ha fatto meglio con sei. A dire la verità, almeno a sentire il padre dell’esterno che con il passare del tempo è ormai diventato un «figlio di Bologna» Giovanni Sartori, allora responsabile dell’area tecnica dell’Atalanta, avrebbe voluto fermare il suo addio, ma non ci fu niente da fare, Orsolini preferiva cambiare aria essendosi reso conto di essere visto di traverso e i Percassi continuarono a pensare che a quel punto fosse consigliabile fare cassa con lui. Anche perché per quale motivo avrebbero dovuto trattenerlo di fronte a una offerta economica importante e alla luce del fatto che trovava pochi spazi? 

Orsolini, grande legame con il Bologna

Bergamo ormai lo considera solo un avversario, ed eccome se glielo fa capire tutte le volte che entra dentro quello stadio, di contro Bologna gli ha fatto sempre avvertire il suo infinito affetto. Certo, l’Orso ha dovuto anche superare periodi complicati, ha traballato quando per lui arrivò in società un’offerta dalla Liga, ma stringi stringi non ha mai voluto lasciare Casteldebole, no, neanche quando la Fiorentina gli fece una corte spietata essendo un «pallino» sia di Joe Barone che di Vincenzo Italiano e anche quando gli andò addosso con decisione il Torino, promettendogli mari e monti. Detto che lo stesso Bologna era fortemente deciso a trattenerlo, fu lo stesso Orsolini a troncare con fermezza il discorso, perché un conto sarebbe stato lasciare il Bologna per un top-club che tutti gli anni lotta per vincere lo scudetto e un altro lasciarlo per una squadra che su per giù è a pari livello del Bologna come la Viola. E l’Orso non si è mai pentito di quella sua scelta, tanto è vero che poi ha allungato anche il contratto, legandosi ancora di più sia al popolo rossoblù che alla squadra e alla società. Perché a qualcuno potrà sembrare scanzonato, ma Orsolini è un ragazzo molto serio con un grande rispetto delle regole e che non tradisce quelli che gli vogliono bene e ai quali è legato. 

Bologna, Orsolini già in doppia cifra

Pur avendo attraversate tante giornate di campionato fermo ai box per guai fisici e in panchina prima di essersi completamente ristabilito, l’Orso ha già superato la doppia cifra: ora come ora è arrivato a quota undici gol, e nessuno esterno (sia italiano che straniero) in questo campionato ha segnato quanto lui. Poi ancora: da anni c’è stato solo un calciatore italiano del Bologna che ha realizzato più gol di Orsolini in una stagione di serie A, stiamo parlando di Alberto Gilardino nel 2012/13 con tredici gol. Come dire: solo due gol separano almeno a oggi l’Orso da Gila quando mancano sette partite alla fine del campionato e state sicuri che Orsolini con la sua voglia di sfidare il mondo farà di tutto per raggiungerlo e magari anche per superarlo. A cominciare da domenica prossima contro l’Atalanta a Bergamo in una partita che assomiglia tanto a uno spareggio per un posto in Champions League. A Bergamo, sì, laddove è stato bocciato o quanto meno poco apprezzato. Come d’altra parte è stato evidenziato dai fatti. 


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