Raffaele Palladino allenatore della Fiorentina. Magari non ufficiale, o forse sì, ma è quello che ci si aspetta oggi con elementi che vadano a dare forza al passaggio di consegne da Vincenzo Italiano al tecnico campano. Il nuovo corso sulla panchina viola dopo tre stagioni, un settimo e due ottavi posti in campionato, una finale di Coppa Italia e due finali di Conference League, però anche con un addio che è stato con lacrime di delusione e non di gioia come speravano tutti: è l’eredità per Palladino, insieme a un gruppo che ha acquisito comunque identità e consapevolezza, grazie soprattutto alla combinazione Italia-Europa con tre partite alla settimana per molti mesi. Gruppo che sarà modificato e corretto, smontato e rimontato anche in base alle indicazioni dell’allenatore a breve ex Monza. Sempre a scanso di clamorosi dietrofront di una delle due parti.
Fiorentina, arriva Palladino
Che non sono ipotizzabili o previsti, né tanto meno annunciati, e difatti si torna all’inizio: se oggi va come deve andare, è possibile che ci sia un aggiornamento concreto a quanto è accaduto venerdì scorso, cioè Palladino alla stazione di Santa Maria Novella in arrivo da Milano per incontrarsi con Commisso, toccata e fuga a Firenze necessaria per anticipare di poche ore il ritorno del numero uno del club viola negli Stati Uniti senza aver preso posizione sulla dura nota della Curva Fiesole: a quella probabilmente penseranno il direttore generale Ferrari e il direttore sportivo Pradè domani in una conferenza stampa ancora ufficiosa e che potrebbe essere utile ad annunciare Roberto Goretti come nuovo direttore tecnico al posto di Nicolas Burdisso, fino a ieri a Bergamo per Atalanta-Fiorentina, ovviamente al proprio posto ma già destinato a sua volta a lasciare Firenze. E, va ribadito, potrebbe essere l’occasione giusta per aggiungere certezze alla firma di Palladino: firma su un biennale che andrà a scadenza a giugno 2026 con possibile opzione di un anno ancora a favore del club. Più che i termini da definire, che comunque a cose fatte non si discosteranno molto da questi, adesso conta la sostanza della vicenda. Conta cioè che la Fiorentina e Palladino si dicano di sì dopo essersi promessi dall’inizio di aprile: segnali, indicazioni, contatti e infine l’incontro portano tutti in questa direzione, ma è un momento di cambiamenti in tanti altri club della nostra Serie A e la società viola sa che le è richiesta la chiusura in tempi stretti per non trovarsi di fronte a sorprese sgradite da affrontare. Palladino piace alla Lazio per essere chiari, e non solo, anche se la Lazio l’allenatore ce l’ha, ad ora.
Fiorentina, tanti volti nuovi
Oggi sapremo se ci sarà un’accelerazione fino alla firma e dintorni, poi a quel punto comincerà il nuovo corso a tutti gli effetti. E come tale andrà a incidere sulla costruzione del gruppo-squadra: sono da escludere rivoluzioni, ma tanti cambiamenti e tante facce differenti alla riapertura del Viola Park per il ritiro di luglio sicuramente sì. Quando non si ripresenteranno Arthur, Maxime Lopez, Belotti e Faraoni, cioè i prestiti che rientrano alla base, ed è poco probabile che ci possano essere Bonaventura, Duncan, Castrovilli e Kouame, cioè i quattro che esauriscono il contratto in viola al 30 giugno, anche se la Fiorentina ha appena esercitato l’opzione di rinnovo per un altro anno a quello dell’ivoriano (fedelissimo di Italiano). Poi, sarà questione di scelte: in entrata (un centravanti, un paio d’esterni offensivi, un regista, un mediano incontrista, un centrale difensivo le priorità) e in uscita, e in questo secondo caso dipende molto dalle offerte che arriveranno per i vari Ikoné, Nzola, Barak, Infantino, Christensen, quelli insomma che andranno sul mercato. Forse anche Nico Gonzalez.