La prima volta che ha indossato una maglia con la lupa sul petto Edoardo Bove aveva da poco compiuto dieci anni. Per questo non parliamo a sproposito di lui come di un “figlio di Roma”. Dopo Pellegrini ci doveva essere lui. Poi, in estate, la separazione improvvisa con la società che lo ha cresciuto e lanciato. «È stata una mia scelta. Ero fuori dal progetto e io voglio essere protagonista» ha rivelato lo stesso calciatore quando è stato presentato alla Fiorentina, ma il non detto di fondo parla di un divorzio “subìto” da lui in prima persona. Oggi affronterà per la prima volta da avversario la Roma, in una serata che inevitabilmente sarà un cocktail di emozioni.
Una serata speciale
Nostalgia, rammarico, rivincita. Per capire bene cosa ci sarà stasera, attorno alle 20.45, nella mente del ragazzo cresciuto nel quartiere Appio Latino bisogna conoscere bene un ventiduenne che si discosta dal prototipo del giovane calciatore. Chi di Edoardo Bove sa tutto è Fabrizio Piccareta, attuale vice di Di Biagio nell'Under 23 dell'Arabia Saudita e tecnico che lo ha lanciato nelle giovanili giallorosse: «Sento spesso Edoardo, per me è un ragazzo e un calciatore speciale - racconta Piccareta - non so cosa proverà stasera, di certo non avrà sentimenti di rivalsa verso il suo vecchio club ma sarà una gara particolare. Lo sento spesso. So come è fatto e di sicuro sarà una partita speciale, poi quando l'arbitro fischierà lui azzererà tutto e di certo non tirerà indietro la gamba». Il suo vecchio mentore non fa drammi per la separazione coi giallorossi: «Sono scelte tecniche, Edoardo ha capito. Era il centrocampista ideale per Mourinho mentre De Rossi cercava altro lì in mezzo. Non mi stupisce neanche la sua evoluzione in campo, in posizione più avanzata può fare bene perché ha il senso dell'inserimento, con me in un anno fece 13 gol».