Bove, esame da ex: per lui c’era soltanto la Roma, ora invece…

Per la prima volta il centrocampista sfiderà i giallorossi. Con Palladino gioca sempre. In estate il trasferimento tra le polemiche
Alessandro Di Nardo

La prima volta che ha indossato una maglia con la lupa sul petto Edoardo Bove aveva da poco compiuto dieci anni. Per questo non parliamo a sproposito di lui come di un “figlio di Roma”. Dopo Pellegrini ci doveva essere lui. Poi, in estate, la separazione improvvisa con la società che lo ha cresciuto e lanciato. «È stata una mia scelta. Ero fuori dal progetto e io voglio essere protagonista» ha rivelato lo stesso calciatore quando è stato presentato alla Fiorentina, ma il non detto di fondo parla di un divorzio “subìto” da lui in prima persona. Oggi affronterà per la prima volta da avversario la Roma, in una serata che inevitabilmente sarà un cocktail di emozioni. 

Una serata speciale

Nostalgia, rammarico, rivincita. Per capire bene cosa ci sarà stasera, attorno alle 20.45, nella mente del ragazzo cresciuto nel quartiere Appio Latino bisogna conoscere bene un ventiduenne che si discosta dal prototipo del giovane calciatore. Chi di Edoardo Bove sa tutto è Fabrizio Piccareta, attuale vice di Di Biagio nell'Under 23 dell'Arabia Saudita e tecnico che lo ha lanciato nelle giovanili giallorosse: «Sento spesso Edoardo, per me è un ragazzo e un calciatore speciale - racconta Piccareta - non so cosa proverà stasera, di certo non avrà sentimenti di rivalsa verso il suo vecchio club ma sarà una gara particolare. Lo sento spesso. So come è fatto e di sicuro sarà una partita speciale, poi quando l'arbitro fischierà lui azzererà tutto e di certo non tirerà indietro la gamba». Il suo vecchio mentore non fa drammi per la separazione coi giallorossi: «Sono scelte tecniche, Edoardo ha capito. Era il centrocampista ideale per Mourinho mentre De Rossi cercava altro lì in mezzo. Non mi stupisce neanche la sua evoluzione in campo, in posizione più avanzata può fare bene perché ha il senso dell'inserimento, con me in un anno fece 13 gol».


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Il futuro di Bove

In tanti gli hanno dato appuntamento a giugno prossimo. In primis i tifosi, ma anche compagni e il suo allenatore-idolo, Daniele De Rossi. Dal suo “esilio” da Roma, a fine agosto, sono cambiate tante cose, compresa la guida tecnica dei giallorossi. È cambiato soprattutto il peso che Edoardo Bove ha nell'attuale campionato: da quando è arrivato a Firenze le ha giocate tutte, saltando solo i minuti iniziali della sfida contro il Monza (in cui ha debuttato, 48 ore dopo aver messo piede al Viola Park) e quelli finali contro l'Atalanta. Già 469' in stagione e cinque da titolare in A (negli ultimi quattro mesi a Roma solo 5 dal primo minuto in campionato). In poco tempo Bove si è preso la Viola, anche grazie alla fiducia di Raffaele Palladino che non perde occasione per esaltare la sua duttilità. Il futuro, il ritorno in giallorosso non è affatto scritto. L'accordo tra Roma e Fiorentina è sulla base di un prestito con diritto di riscatto fissato a 10,5 milioni (ma diventa obbligo al raggiungimento del 60% delle presenze stagionali ognuna delle quali per almeno almeno 45 minuti). Un traguardo facilmente raggiungibile per un calciatore che sta pian piano trovando un posto nel mondo lontano da Roma. Precisamente nel cuore della Fiorentina.


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La prima volta che ha indossato una maglia con la lupa sul petto Edoardo Bove aveva da poco compiuto dieci anni. Per questo non parliamo a sproposito di lui come di un “figlio di Roma”. Dopo Pellegrini ci doveva essere lui. Poi, in estate, la separazione improvvisa con la società che lo ha cresciuto e lanciato. «È stata una mia scelta. Ero fuori dal progetto e io voglio essere protagonista» ha rivelato lo stesso calciatore quando è stato presentato alla Fiorentina, ma il non detto di fondo parla di un divorzio “subìto” da lui in prima persona. Oggi affronterà per la prima volta da avversario la Roma, in una serata che inevitabilmente sarà un cocktail di emozioni. 

Una serata speciale

Nostalgia, rammarico, rivincita. Per capire bene cosa ci sarà stasera, attorno alle 20.45, nella mente del ragazzo cresciuto nel quartiere Appio Latino bisogna conoscere bene un ventiduenne che si discosta dal prototipo del giovane calciatore. Chi di Edoardo Bove sa tutto è Fabrizio Piccareta, attuale vice di Di Biagio nell'Under 23 dell'Arabia Saudita e tecnico che lo ha lanciato nelle giovanili giallorosse: «Sento spesso Edoardo, per me è un ragazzo e un calciatore speciale - racconta Piccareta - non so cosa proverà stasera, di certo non avrà sentimenti di rivalsa verso il suo vecchio club ma sarà una gara particolare. Lo sento spesso. So come è fatto e di sicuro sarà una partita speciale, poi quando l'arbitro fischierà lui azzererà tutto e di certo non tirerà indietro la gamba». Il suo vecchio mentore non fa drammi per la separazione coi giallorossi: «Sono scelte tecniche, Edoardo ha capito. Era il centrocampista ideale per Mourinho mentre De Rossi cercava altro lì in mezzo. Non mi stupisce neanche la sua evoluzione in campo, in posizione più avanzata può fare bene perché ha il senso dell'inserimento, con me in un anno fece 13 gol».


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