Bove, come sta e cosa succede ora con il ritorno in campo: i prossimi passi

Entro domani lascerà l’ospedale dopo l’intervento al cuore: necessari nuovi accertamenti per capire l’evoluzione della carriera
Francesco Gensini
4 min

FIRENZE - Intervento fatto, intervento riuscito. E intanto va bene così, perché intorno e per Edoardo Bove c’era e c’è bisogno di certezze: come l’impianto del defibrillatore sottocutaneo a livello di funzioni primarie, eseguito con successo ieri dalle 7,30 in poi dagli specialisti dell’unità di Aritmologia di Careggi. La conditio sine qua non per poter lasciare l’unità di terapia intensiva cardiologica, dove il giovane centrocampista romano ha fatto rientro subito dopo l’operazione: cosa che avverrà verosimilmente al massimo domani, se il decorso di queste e delle prossime ore evolverà seguendo le condizioni richieste dai medici per la dimissione del calciatore. A quel punto comincerà un altro capitolo di questa storia e della vita di Edoardo che sarà tutto da riempire.

Bove, un futuro da scrivere

Per adesso, dieci giorni dopo il malore che l’aveva lasciato esanime sul prato del Franchi con conseguenze funeste evitate grazie all’immediato soccorso ricevuto allo stadio e poi alle cure a Careggi, Bove ha un punto d’arrivo non banale che è il ritorno a casa: l’impianto del defibrillatore sottocutaneo glielo permetterà e il tipo di apparecchio inserito (senza fili che lo collegano al cuore) consentirà poi - ed eventualmente - anche la sua rimozione con altro piccolo intervento chirurgico. Ma sono situazioni e dinamiche da costruire, da programmare, e ciò sarà possibile solo più avanti facendo seguire altri accertamenti dopo quelli approfonditi a cui è stato sottoposto a Careggi in una settimana abbondante, anche nell’incrocio tra i risultati attuali con quelli dello storico della sua cartella clinica proprio per arrivare alla individuazione certa delle cause che hanno determinato il malore. Cause che saranno indicate dai risultati attesi dei molteplici esami svolti a Careggi per individuare la natura congenita o infiammatoria del problema all’origine del malore: solo allora sarà possibile delineare il futuro sportivo e agonistico di Bove, se sarà in Italia oppure no per la normativa che vieta il tesseramento di un atleta con defibrillatore sottocutaneo, se sarà soprattutto ancora, e come, che è la cosa che più interessa a Edoardo, ai suoi cari, in una vicenda che è prima umana che agonistico-sportiva. Lo aspetta un percorso comunque complicato, dentro cui a maggior ragione delicate saranno le decisioni da prendere: ma intanto il 22enne romano sta per uscire con le proprie gambe dall’ospedale, dieci giorni più tardi esserci entrato tra la vita e la morte.

Bove, arriva il messaggio di Spalletti

E oltre ai compagni di squadra e a Palladino, che presto lo accoglieranno al Viola Park per riabbracciarlo e per fargli sentire la loro vicinanza, lo aspetta anche Luciano Spalletti. «Non ho sentito Edoardo - ha detto il commissario tecnico della Nazionale intervenendo all’inaugurazione della mostra “Sfumature di azzurro” - perché era troppo pressante farlo tutti nello stesso momento, ma ci sono stati tecnico e dirigenti della Under 21. Io andrò a trovarlo e non voglio pensare al suo futuro incerto: è un ragazzo eccezionale sotto tutti i punti di vista e chi lo conosce dice le stesse cose di lui. Insieme ad altri giovani, era nel mirino della Nazionale A, per cui spero completi questo suo percorso così da rivederlo di nuovo in campo ad allenarsi».


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