Fiorentina, chi sono i Primavera chiamati da Palladino che potrebbero giocare in attacco 
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Fiorentina, chi sono i Primavera chiamati da Palladino che potrebbero giocare in attacco 

E’ scattata la corsa contro il tempo per recuperare Kean e Gudmundsson, ma i baby sono pronti: i dettagli
di Francesco Gensini, Niccolò Santi  e Alessandro Di Nardo

Gli allarmi sono scattati tutti al Viola Park, proprio tutti e non da ieri, ma adesso è solo una corsa contro il tempo (il poco che rimane) per recuperare Kean e Gudmundsson, o almeno uno dei due ché a questo punto sarebbe già un successo per non costringere Palladino e la Fiorentina a presentarsi clamorosamente senza nemmeno un attaccante di ruolo (Beltran e Zaniolo sono squalificati: l’argentino per l’ammonizione presa a Venezia in diffida, l’ex Roma sconta la seconda delle due giornate rimediate per proteste dopo il 90’ all’Olimpico) e con uno tra i giovanissimi Caprini e Rubino (più il primo in base alle caratteristiche) a fare il centravanti nell’ultima occasione di rimanere agganciata alla zona Europa.

Fiorentina, sfida contro il tempo  

È lo scenario a tre giorni dalla sfida con il Bologna che più cupo non si può e sembra perfino troppo cupo, eppure non è altro che la fotografia scattata ieri nell’allenamento del mattino in cui Kean e Gudmundsson hanno continuato a fare un programma differenziato rispetto ai compagni: una pessima notizia per Palladino che riporta al volo al discorso iniziale, focus delle attenzioni di tutti al centro sportivo. La speranza di tutto l’ambiente viola è che queste poche ore trascorse siano state sufficienti a modificare la situazione, al punto da consentire allo stesso tecnico campano di tratteggiare un quadro differente e più luminoso nell’incontro odierno con la stampa (ore 15) per presentare la delicata sfida con il Bologna, anzi decisiva: sempre ricordando che la Fiorentina non è padrona del proprio destino in classifica, affrontarla con Kean e Gudmundsson è un conto, con soltanto uno dei due è già una salita impegnativa, senza entrambi diventa un’impresa al limite dell’improbo non dimenticando che, oltre ai sopra ricordati Beltran e Zaniolo, saranno assenti anche Cataldi (fermo dal primo maggio per l’infortunio alla mezz’ora della semifinale d’andata di Conference a Siviglia) e Folorunsho, a sua volta fermato dal giudice sportivo per un turno. 

Attacco mai visto 

Ricapitolando: sia il centravanti ex Juventus che il trequartista islandese si sono fatti male durante Fiorentina-Betis di giovedì scorso al Franchi, problemi fisici (al quadricipite femorale il primo, contusione il secondo) che poi hanno impedito la convocazione dell’uno e mandato in tribuna l’altro all’annuncio delle formazioni al Penzo. Tre giorni più tardi nulla si è risolto e Kean e Gudmundsson stanno avvicinando il Bologna tra mille dubbi che rischiano di diventare certezze negative con il trascorrere delle ore e ormai è davvero una corsa contro il tempo: i rossoblù freschi di vittoria in Coppa Italia sono ormai lì alle porte di Firenze e per Palladino tra avere e non averli fa tutta la differenza di questo mondo nell’appuntamento che potrebbe segnare la stagione viola. E anche se dovesse recuperarli, non potrebbe contarci certo al cento per certo, ma questo sarebbe il guaio minore per l’allenatore ex Monza. Intanto, va immaginata una Fiorentina con, a esempio, Colpani trequartista («ruolo che sa fare», ha detto lo stesso Palladino di recente) e uno tra Caprini e Rubino là davanti, in una versione d’attacco così improvvisata da far passare tutto il resto in secondo piano (difesa Pongracic-Pablo Marí-Ranieri, ballottaggio Adli-Richardson con il franco-algerino in rimonta per aggiungersi a Dodo, Mandragora, Fagioli e Gosens a centrocampo): oggi sapremo se il reparto offensivo potrà tornare ad avere una parvenza di normalità e far rifiatare Palladino. 


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Tommaso Rubino 

È nato con la sciarpa viola addosso, il 10 novembre 2006. Tommaso Rubino è cresciuto nel mito di Toni, nel quartiere di Campo di Marte. Lo stesso dello stadio Franchi. La Fiorentina nel suo destino e il gol nel sangue, visto che Tommaso è figlio di Raffaele Rubino, storico bomber del Novara, passato anche da Siena, Torino e Salernitana tra le altre. Lui, Rubino Jr, non è una prima punta pura come il padre, nella Primavera di Galloppa parte spesso da seconda punta ma anche da ala sinistra nel 4-3-3 per rientrare e sfruttare il suo destro spesso illuminante. Il vizio del gol l’ha comunque ereditato dal padre: 17 reti in stagione, conditi da dieci assist, nell’anno della definitiva esplosione nel settore giovanile. Ha già esordito in Serie A il 31 ottobre scorso. Anche lì la Fiorentina era in emergenza d’avanti vista l’indisponibilità di Moise Kean. Lui entra all’83’ al posto di Lucas Beltran: «Emozioni fortissime, in uno stadio tutto pieno. Non me l’aspettavo, ero in panchina e doveva entrare Parisi, invece Palladino mi ha chiamato… » ha raccontato. Ora la possibilità di un altro esordio, quello in casa in Serie A, anche se al Franchi ha già giocato a novembre in Conference (un quarto d’ora contro il Pafos). Da capire anche come si accorderanno Galloppa e Palladino: oggi la Primavera gioca una gara pressoché inutile contro il Torino (i viola sono già sicuri del piazzamento finale e di affrontare ai playoff la Juventus), vedremo quanto e se verrà impiegato il classe 2006. 


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Maat Daniel Caprini

Vista l’emergenza offensiva, chissà che domenica non possa toccare a Maat Daniel Caprini. Il ragazzo è nato a Milano l’11 febbraio 2006 da padre veneto e madre guineana, per metà vicentina. Ha il passaporto francese e conosce la lingua tedesca. Cresciuto nella provincia di Varese, gioca a Firenze dal 2022 e sogna di vestire l’azzurro. Fu scartato dal Milan quando aveva 14 anni - oggi ne ha 19 - dopodiché indossò la maglia del Novara e dell’Entella fino ad approdare alla Fiorentina. Era la stagione 2022-2023, fu accompagnato dall’inseparabile madre Miranda. Che, a proposito, ci vide lungo quando lo convinse a scegliere il calcio. Sì perché la prima infatuazione fu il basket: le misure non mentono, Caprini è alto un metro e ottantacinque. Tuttavia si decise a fare il calciatore. È diventato subito un punto fermo della Primavera di Galloppa. Non si tratta di un centravanti puro, ha un bel passo e le velleità dell’esterno, o comunque della seconda punta. Quest’anno Palladino lo ha voluto con sé in prima squadra, convocandolo con continuità da gennaio in poi. L’esordio è datato 6 febbraio 2025, Fiorentina-Inter, gara di recupero del quattordicesimo turno di campionato, sospeso a dicembre per via del malore di Edoardo Bove. Caprini entra al minuto 92. Festeggia a cena assieme ai genitori, l’amato fratello e i procuratori della World Soccer Agency, la stessa di Moise Kean. Con il quale il dialogo è costante e la stima reciproca. Adesso sogna la terza presenza dopo i sei minuti giocati a Verona.

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Gli allarmi sono scattati tutti al Viola Park, proprio tutti e non da ieri, ma adesso è solo una corsa contro il tempo (il poco che rimane) per recuperare Kean e Gudmundsson, o almeno uno dei due ché a questo punto sarebbe già un successo per non costringere Palladino e la Fiorentina a presentarsi clamorosamente senza nemmeno un attaccante di ruolo (Beltran e Zaniolo sono squalificati: l’argentino per l’ammonizione presa a Venezia in diffida, l’ex Roma sconta la seconda delle due giornate rimediate per proteste dopo il 90’ all’Olimpico) e con uno tra i giovanissimi Caprini e Rubino (più il primo in base alle caratteristiche) a fare il centravanti nell’ultima occasione di rimanere agganciata alla zona Europa.

Fiorentina, sfida contro il tempo  

È lo scenario a tre giorni dalla sfida con il Bologna che più cupo non si può e sembra perfino troppo cupo, eppure non è altro che la fotografia scattata ieri nell’allenamento del mattino in cui Kean e Gudmundsson hanno continuato a fare un programma differenziato rispetto ai compagni: una pessima notizia per Palladino che riporta al volo al discorso iniziale, focus delle attenzioni di tutti al centro sportivo. La speranza di tutto l’ambiente viola è che queste poche ore trascorse siano state sufficienti a modificare la situazione, al punto da consentire allo stesso tecnico campano di tratteggiare un quadro differente e più luminoso nell’incontro odierno con la stampa (ore 15) per presentare la delicata sfida con il Bologna, anzi decisiva: sempre ricordando che la Fiorentina non è padrona del proprio destino in classifica, affrontarla con Kean e Gudmundsson è un conto, con soltanto uno dei due è già una salita impegnativa, senza entrambi diventa un’impresa al limite dell’improbo non dimenticando che, oltre ai sopra ricordati Beltran e Zaniolo, saranno assenti anche Cataldi (fermo dal primo maggio per l’infortunio alla mezz’ora della semifinale d’andata di Conference a Siviglia) e Folorunsho, a sua volta fermato dal giudice sportivo per un turno. 

Attacco mai visto 

Ricapitolando: sia il centravanti ex Juventus che il trequartista islandese si sono fatti male durante Fiorentina-Betis di giovedì scorso al Franchi, problemi fisici (al quadricipite femorale il primo, contusione il secondo) che poi hanno impedito la convocazione dell’uno e mandato in tribuna l’altro all’annuncio delle formazioni al Penzo. Tre giorni più tardi nulla si è risolto e Kean e Gudmundsson stanno avvicinando il Bologna tra mille dubbi che rischiano di diventare certezze negative con il trascorrere delle ore e ormai è davvero una corsa contro il tempo: i rossoblù freschi di vittoria in Coppa Italia sono ormai lì alle porte di Firenze e per Palladino tra avere e non averli fa tutta la differenza di questo mondo nell’appuntamento che potrebbe segnare la stagione viola. E anche se dovesse recuperarli, non potrebbe contarci certo al cento per certo, ma questo sarebbe il guaio minore per l’allenatore ex Monza. Intanto, va immaginata una Fiorentina con, a esempio, Colpani trequartista («ruolo che sa fare», ha detto lo stesso Palladino di recente) e uno tra Caprini e Rubino là davanti, in una versione d’attacco così improvvisata da far passare tutto il resto in secondo piano (difesa Pongracic-Pablo Marí-Ranieri, ballottaggio Adli-Richardson con il franco-algerino in rimonta per aggiungersi a Dodo, Mandragora, Fagioli e Gosens a centrocampo): oggi sapremo se il reparto offensivo potrà tornare ad avere una parvenza di normalità e far rifiatare Palladino. 


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