Vieira, il Genoa e Balotelli: "Me l'aspettavo come prima domanda..."

Prime parole da allenatore dei rossoblù per l'ex centrocampista, subentrato a Gilardino: conto alla rovescia per la sfida con il Cagliari
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"Quando ho sentito che c'era la possibilità di venire ad allenare una grande società non ho potuto dire di no". Così Patrick Vieira nel giorno delle sue prime dichiarazioni da allenatore del Genoa. L'ex centrocampista, subentrato ad Alberto Gilardino, ha aggiunto: "La volontà di lavorare e far bene c'è. Ho trovato un gruppo molto orgoglioso, che ha voglia di far bene per la società. Non è facile perdere un allenatore che stava bene con i giocatori e aveva tanto rispetto in loro. Credo che Gilardino fosse un allenatore rispettato dai tifosi e giocatori. Ora bisogna guardare avanti e vedere cosa fare per vincere le partite. Sono contento di questi giorni nel vedere la voglia di lavorare e imparare".

Vieira su Balotelli

"Davvero difficile lavorare con lui", aveva detto tempo a dietro Vieira su Balotelli. Inevitabile chiedergli come lo gestira, ora che lo ha ritrovato alle sue dipendenze: "Me l'aspettavo come prima domanda(ride). Mario lo conosco molto bene, è un giocatore e una persona che mi piace. Deve continuare a lavorare ed essere a disposizione della squadra aiutandola a far bene e vincere. Balotelli è un giocatore importante ma deve continuare a lavorare".

Genoa, Vieira sul Cagliari

Vieira si è poi proiettato a Genoa-Cagliari: "Non vedo l'ora sia domenica. Il punto forte della società è il pubblico. Credo che giocare in casa deve essere un punto di forza per i giocatori. Ora ho voglia che sia domenica per vivere questo momento, che sarà forte. C'è uno staff che ha lavorato nelle ultime settimane sul Cagliari. A loro piace giocare la palla in avanti. La cosa importante è concentrarsi su come dobbiamo giocare noi. Se facciamo una bella partita con la gente allo stadio possiamo metterli in difficoltà".

Sulle esperienze passate in Italia, Vieira ha aggiunto e concluso: "Quando sono arrivato a 18 anni al Milan ho imparato a essere calciatore. Ho avuto la fortuna di essere allenato da Capello. Ho avuto vicino giocatori importanti che mi hanno insegnato tanto. Ho sempre avuto un grande affetto per l’Italia perché è qui dove è iniziata la mia carriera di giocatore".

 

 

 


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