Te la do io l’Inter: lite tra Bergomi e Del Piero in Tv

Squadra da Tricolore o no? Anche i “talent” si spaccano
Te la do io l’Inter: lite tra Bergomi e Del Piero in Tv
Marco Evangelisti
4 min

ROMA - Lo hanno messo in mezzo e non è che gli sia capitato di frequente. Beppe Bergomi in campo tendeva a sgusciare via di lato, nella vita adulta con le parole ci ha sempre saputo fare e negli spogliatoi finché c’è rimasto si occultava prima dietro baffi spessi e capelli aggrovigliati e più tardi dietro uno sguardo profondo, tutti look da vecchio zio come argutamente notò Gianpiero Marini. L’altra sera a Sky Calcio Club lo hanno circondato: Fabio Capello come pensatore più volte citato, Sandro Piccinini e, nella parte del giustiziere della tarda serata, Alessandro Del Piero, in diretta da Los Angeles. Tema della conversazione: l’Inter, lo scudetto, la pace del cuore. Sarebbe stato appassionante ascoltare sull’argomento Antonio Conte, ma in tal caso si sarebbe trattato probabilmente di un monologo. Così invece la discussione intorno al reale valore della rosa nerazzurra e sulla pressione psicologica a cui sono esposti i giocatori è stato un confronto in cui Bergomi ha messo il sale, Del Piero il sarcasmo e Piccinini il carico da undici: «Ehi, non mettiamo pressione anche all’Atalanta». È che questa faccenda delle squadre costruite per vincere è delicata, divide gli esperti nemmeno parlassimo di scienza e medicina, e poi ciascuno ha lasciato il cuore dove lo ha lasciato.

Sull'Inter

Così Bergomi dell’Inter diceva, assolutorio: «Le mettiamo troppa pressione (ecco la parola fatata, ndr), non è costruita per vincere. Ha la quarta rosa del campionato, non è più forte delle altre. Juve, Milan e Napoli sono complessivamente migliori. Non è che se l’Inter non vince il campionato ha fallito. Se Milan, Napoli o Roma non arrivano prime non si fanno drammi. Deve valere lo stesso per l’Inter. Sento parlare sempre di Spalletti, che alla fi ne ha ottenuto due quarti posti. Conte il suo valore aggiunto lo porta». Pallonetto corto. Del Piero, quasi incredulo, si è leccato le labbra e ha schiacciato: «Io con la Juve ho vissuto anni sotto pressione. Non trovo sia così importante. Ma che l’Inter sia costruita per vincere lo scudetto lo dice anche Capello. Lo era già dall’anno scorso. Non è grave se non vince il Milan, che non è stato progettato per quell’obiettivo e comunque viene da molte stagioni in cui era più indietro dell’Inter, stagioni di ricostruzione. Certo che chi non vince ha la pressione addosso. E’ giusto così». E sarà giusto così, però poi Del Piero ha colto l’occasione per un’altra veronica verbale all’apparizione di Pippo Inzaghi: «Ecco, cerchiamo di non mettere pressione pure sul Benevento». Impossibilitato a prenderlo a schiaffi per via di un oceano e di un continente e mezzo di distanza (scherziamo: lo Zio non è il tipo), Bergomi l’ha messa sul divertito: «Ho tutti contro. Significa che quanto dico è giusto». Ma Del Piero era in fase di pura e sorridente ferocia: «No, Beppe, quanto hai detto non è giusto». Tutto sommato, una puntata frizzante. L’Inter fa di questi effetti.


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