L'Inter, Conte e... il progetto

Il tecnico ha parlato del probabile cambio di proprietà. L'incertezza sul futuro non aiuta lo spogliatoio e l'ex ct, pur nascondendolo, è preoccupato
L'Inter, Conte e... il progetto© ANSA
Andrea Ramazzotti
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INVIATO AD APPIANO - Tutto ruota intorno a una parola: progetto. Le parole di ieri sera di Antonio Conte hanno riacceso le luci su quello che, comprando l'Inter nell'estate 2016, Suning voleva fare e che probabilmente non potrà più fare. "Adesso c'è una situazione particolare - ha detto l'allenatore pugliese alla Rai -, inutile nasconderlo. Avevamo un progetto ad agosto che si è fermato". Il riferimento al possibile/probabile cambio di proprietà, ma soprattutto alle sue conseguenze è evidente. Quando nel maggio 2019 ha detto sì a Marotta, preferendo la Pinetina a Trigoria (anche la Roma gli avrebbe fatto ponti d'oro pur di averlo...), Antonio si aspettava qualcosa di diverso. Magari non pretendeva che gli investimenti fatti nel 2019-20 (217 milioni messi a bilancio per rinforzare la squadra; la cifra si ricava dall'ultimo bilancio e comprende anche i 40,5 versati al Real per avere Hakimi) diventassero l'abitudine, ma nelle ultime due sessioni di mercato, il club nerazzurro non ha concluso acquisti. O meglio, non ha praticamente speso soldi per tesserare giocatori. Vidal e Kolarov sono arrivati rispettivamente a zero (dal Barcellona) e versando nelle casse della Roma 1,5 milioni; Darmian era un impegno preso nell'estate 2019 con il Parma e comunque è costato 1 milione più 2 di bonus in futuro. L'unico rinforzo pagato è stato Pinamonti, ma i 18 milioni per il suo ritorno erano una spesa concordata prima dello scoppio del Covid che non poteva essere elusa a meno che il Genoa non avesse concesso uno spostamento del riacquisto a Marotta e Ausilio.



STOP ALLA CRESCITA - Conte per colmare il gap con la Juventus aveva in mente innesti mirati per un triennio e invece ha avuto solo... l'antipasto del primo anno. Il resto lo ha dovuto fare con... le sue forze ovvero con il lavoro sul campo. E, è giusto sottolinealo, ha fatto molto perché in campionato è davanti ai bianconeri di 5 lunghezze, mentre 12 mesi fa era sotto di 4. Certo, non solo per meriti suoi perché la flessione in termini di punti conquistati da Chiellini e compagni rispetto al 2019-20 è notevole (12 punti in meno con una gara da recuperare), ma resta il dato oggettivo che adesso l'Inter se la può giocare fino in fondo in chiave tricolore. Sia con la Signora sia con il Milan. Al tempo stesso comunque c'è il rammarico legato a quello che sarebbe potuto succedere se i desideri di Conte fossero stati esauditi sia nello scorso mercato estivo sia in quello invernale appena concluso. Se il progetto non si fosse interrotto, sicuramente il tecnico avrebbe avuto più armi per puntare allo scudetto. Ora invece deve arrangiarsi con quello che ha (per carità non è poco...) e un po' di rammarico, se a maggio non sarà festa per il tricolore, inevitabilmente resterà. Anche perché l'incertezza societaria non aiuta né lui né i giocatori a lavorare tranquilli.


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