Scontri diretti tabù e attacco spuntato: Inter, è il peggior inizio di campionato della storia

Solo nel 2011 con Gian Piero Gasperini in panchina i nerazzurri avevano subito quattro sconfitte nelle prime otto giornate. Aspettando Lukaku sono 9 i gol in meno rispetto allo scorso campionato: Lautaro si è perso
Scontri diretti tabù e attacco spuntato: Inter, è il peggior inizio di campionato della storia© Inter via Getty Images
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Lazio, Milan, Udinese e Roma. Se la crisi di una squadra dipendesse solo dal livello delle avversarie che l’hanno battuta, ce ne sarebbe abbastanza per assolvere, o per certi versi per condannare senza appello, l’Inter di Simone Inzaghi, protagonista di un avvio da incubo della Serie A 2022-’23.

L'Inter e l'incubo scontri diretti

I nerazzurri hanno infatti perso tre scontri diretti oltre che la partita contro la rivelazione del campionato e se da una parte questa può essere un’attenuante proprio per il valore intrinseco delle avversarie, dall’altro soccombere contro le dirette rivali, per lo scudetto o per l’Europa, è un segnale piuttosto sinistro circa le reali potenzialità e la personalità di un gruppo che si ritrova già lontanissimo dalle concorrenti, Juventus a parte. Fatto sta che l’inizio della Serie A 2022-’23 entrerà nella storia dell’Inter come il peggiore in assoluto, dal momento che solo una volta in passato i nerazzurri erano andati ko quattro volte nelle prime otto partite.

Inter, Inzaghi come Gasperini: solo nel 2011 un inizio di stagione peggiore

Accadde nel 2011-’12, con Gian Piero Gasperini in panchina e in quell’occasione il lignaggio delle sfidanti era notevolmente inferiore, dato che Zanetti e compagni persero contro Palermo, Novara, Napoli e Catania, partite racchiuse nelle prime sei giornate. Era, quella, un’Inter in fase di trapasso dopo gli anni di gloria con José Mourinho e che avrebbe chiuso il campionato al 6° posto, dopo il cambio di allenatore da Gasperini a Ranieri, materializzatosi proprio dopo il ko di Novara. Allenatore, società e tifosi non vogliono ovviamente neppure prendere in considerazione il fatto di non entrare neppure in zona Champions League, ma resta il fatto che i numeri sono quelli di una crisi profonda e anche storica, come storico è stato il ko interno contro la Roma, che non passava a San Siro in campionato dal 26 febbraio 2017 (3-1) e che nelle sei uscite successive nel Meazza nerazzurro aveva raccolto tre pareggi e tre sconfitte.

Brozovic-dipendenza e il digiuno di Lautaro

Passa così in secondo piano il 15° assist dall’inizio dello scorso campionato di cui si è reso autore Nicolò Barella, al vertice di questa speciale classifica per la Serie A al pari di Sergej Milinkovic-Savic, perché contro la Roma è arrivata la seconda sconfitta in quattro partite di campionato senza Marcelo Brozovic dopo quella contro il Sassuolo dello scorso 20 febbraio, che, forse non a caso, era l’ultima partita persa dall’Inter in casa in Serie A. A completare il quadro dell’Inter-dipendenza nell’era Inzaghi i due pareggi dello scorso campionato contro Torino e Fiorentina. Al netto dell’assenza del croato e di una difesa che imbarca acqua, però, l’altra faccia della crisi dell’Inter riguarda i gol realizzati dopo 8 turni: 14, non pochi in assoluto, ma ben nove in meno rispetto allo stesso punto della scorsa stagione. All’epoca i migliori cannonieri dell’Inter erano Dzeko con 6 reti e Lautaro con 5: detto che quest’anno il reparto era stato fondato sul ritorno di Lukaku, l’infortunio del belga non basta per spiegare la vena inaridita soprattutto di Martinez, fermo a tre reti e a secco dalla quarta giornata.


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