Inter-Juve, il salto di Allegri

Leggi il commento sul derby d'Italia vinto dalla squadra bianconera
Inter-Juve, il salto di Allegri© Inter via Getty Images
Giuliano Riva
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Nella corsa all’altro scudetto, quello del secondo posto, la Juve potrebbe prendere il largo. Senza il meno 15, infatti, Allegri sarebbe a più 4 sulla Lazio e più 6 sull’Inter, battuta ieri sera a San Siro al termine di una battaglia durissima. Sarà decisivo, a questo proposito, il verdetto del Collegio di garanzia del Coni, previsto per il prossimo 19 aprile: se i giudici decideranno di cancellare la penalizzazione, la stagione bianconera dovrà essere oggetto di una profonda rilettura. Anche con il macigno della penalità sulle spalle, Allegri ha comunque dato una sterzata violenta al campionato: in questo momento il quarto posto in classifica, attualmente occupato dal Milan, è a 7 punti. Un distacco onestamente recuperabile se consideriamo che mancano 11 giornate alla fine. Niente male se si pensa che soltanto una quarantina di giorni fa, dopo la sconfitta casalinga con il Monza e la bastonata arrivata dai giudici federali, Max aveva detto chiaro e tondo che a Salerno, il 7 di febbraio, la Juve avrebbe dovuto guardarsi le spalle perché rischiava di venire risucchiata nella lotta per non retrocedere. Uno schiaffo alla squadra che non avrebbe potuto essere più salutare.

Inter preoccupante

La centottantesima edizione del derby d’Italia, la partita più giocata nella storia della serie A, ha fotografato in modo chiaro lo stato di salute di Juve e Inter. Quello dei nerazzurri, a dispetto della splendida qualificazione ai quarti di Champions, è piuttosto preoccupante. Contro la Juve Inzaghi ha incassato la nona sconfitta in campionato: se consideriamo che quella chiusa a San Siro era la ventisettesima giornata, il calcolo è molto semplice e il conto viene pari: ha perso una partita su tre. Colpa di una fragilità ormai cronica. Anche ieri, al di là della lettura del Var su cui si sono scatenate le polemiche che sistematicamente accompagnano la sfida, il gol decisivo è stato il frutto di una brutta interpretazione della fase difensiva: Kostic è stato lasciato terribilmente solo dal malinteso intercorso tra Darmian e Dumfries. L’esterno ha avuto il tempo di mettere a posto il pallone, prendere la mira e lasciare a bocca aperta Onana. Ed è proprio sulle incursioni messe in atto nella parte sinistra, che la Juve ha vinto la gara. Il serbo arrivato a Torino dall’Eintracht è stato l’uomo che ha fatto pendere il match sul lato bianconero. La sua pressione incessante ha messo in costante difficoltà la difesa dell’Inter e dalla sua parte sono arrivate le azioni più pericolose. Per il resto, in una domenica in cui Lautaro non è praticamente esistito, il Lukaku che si è rivisto a sprazzi e i colpi di frusta di Barella non sono stati sufficienti a rimettere in piedi una partita che aveva preso una brutta piega. Che fosse una serata storta lo si è visto anche dalla reazione di Barella alla sostituzione. Il calcione rifilato alla borraccia non ha contribuito a dare solidità all’immagine di un’Inter che di solidità avrebbe un bisogno pazzesco.

Un mese decisivo

Sarà comunque decisivo, per entrambe le squadre, il mese che si apre dopo la sosta. Sarà un aprile caldissimo, con 9 partite chiave. Due, le semifinali di Coppa Italia, vedranno di nuovo di fronte Allegri e Inzaghi, due determineranno il cammino in Europa, cinque disegneranno in modo chiaro la corsa ai tre posti dietro il Napoli che garantiscono la Champions. Con una variabile determinante: il giudizio del Collegio di garanzia del Coni.


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