Inter, i conti e l'ombra di Oaktree

Leggi il commento sulla situazione economico-finanziaria del club nerazzurro
Inter, i conti e l'ombra di Oaktree© Inter via Getty Images
Alessandro F. Giudice
4 min

Mentre la squadra nerazzurra si prepara a un finale di stagione cruciale, in cui si giocherà il quarto posto, la Coppa Italia e il possibile accesso alle semifinali di Champions, la società deve superare una serie di passaggi quanto mai delicati.
Sul piano tecnico, il management dovrà gestire un rinnovamento profondo, dettato dalle numerose scadenze contrattuali su cui andrà fatta - caso per caso - la scelta se impegnarsi nel rinnovo o accompagnare all’uscita. A giugno scadranno Skriniar, De Vrij, Gagliardini, Dzeko, D’Ambrosio, Handanovic, Cordaz oltre ai prestiti di Acerbi, Lukaku e Bellanova. Nel frattempo, ci sono scadenze nel 2024: soprattutto Bastoni e Calhanoglu che il club vuole rinnovare mentre le valutazioni su Mkhitaryan e Darmian potranno essere diverse, per ragioni anagrafiche. Ci sarebbe il nodo-Correa, giocatore che non ha contribuito alla causa e di cui il club si libererebbe volentieri, ma il cui contratto scade nel 2025. Si punta a un prestito. Di solito un rinnovamento di queste proporzioni comporta tangibili esborsi per sostituire chi parte, ma anche per rinnovare quelli su cui si intende puntare. Molti danno per scontato l’addio di Dumfries, da cui potrebbero arrivare risorse fresche e una plusvalenza economica.

Incassi super al botteghino

L’Inter viene da un bilancio chiuso con 140 milioni di perdita, alleviato però dei 105 di plusvalenze dalle cessioni Hakimi-Lukaku, senza cui lo squilibrio economico sarebbe stato ben superiore. Dalle probabili rinunce a Lukaku, Skriniar (già in rampa PSG), Handanovic, Cordaz, D’Ambrosio e Gagliardini (ma forse anche Correa) arriverebbe un risparmio di una quarantina di milioni sugli ingaggi oltre ad apprezzabili economie sugli ammortamenti. Il taglio del prestito del centravanti belga sarebbe già un game changer. L’Inter sta incassando moltissimo dal botteghino: è l’unico club ad aver superato il milione di spettatori, su 14 partite di campionato, appaiato al Milan che segue con 75 mila spettatori in meno su 13 gare. In più, ci sono gli incassi della Champions (tre partite del girone più due turni, almeno, a eliminazione diretta), la semifinale di coppa Italia da disputare e la Supercoppa alzata a Riyadh. Rispetto al 21/22 arriveranno 30 milioni in più dal botteghino oltre a una dote più robusta di diritti tv dalla Champions. Di negativo c’è il crollo degli sponsor asiatici e l’ormai conclamato default del main sponsor Digitalbits (un buco da 20 milioni). Il pareggio del bilancio è lontano, anche se i conti sembrano in miglioramento. Il patrimonio netto è negativo, ormai, anche a livello di capogruppo e la pratica di spalmare le perdite su cinque anni non può essere condotta all’infinito senza causare squilibri patrimoniali futuri. Dalla controllante lussemburghese Grand Tower sono arrivati solo 10 milioni, ma la situazione finanziaria sembra meno preoccupante di qualche tempo fa. Preoccupa invece la dinamica economica, il cui rientro sembra lento rispetto a quanto sarebbe necessario.

La sagoma di Oaktree

Non è chiara la posizione di Inzaghi, ma un cambio in panchina comporterebbe la necessità di incrementare in misura consistente il monte stipendi: l’ultima cosa di cui l’Inter avrebbe bisogno. Ecco perché il management ha motivi per tifare per il raggiungimento di qualche traguardo che taciti il malcontento strisciante di una parte dei tifosi. La performance economica dell’anno in corso ma anche - per molti aspetti - del prossimo è quindi ancora appesa ai risultati e, quindi, troppe variabili sono ancora incerte. Sullo sfondo, il tentativo di Zhang di cedere il club, su cui è calata una coltre di silenzio. Non è dato sapere se le pretese siano troppo alte o se manchino proprio i compratori. Sullo sfondo, si staglia la sagoma di Oaktree che vede l’esercizio del diritto di pegno (maggio 2024) come una prospettiva reale, non si sa quanto desiderata. Zhang avrebbe sicuramente un bisogno estremo di monetizzare prima che si concretizzi tale eventualità, ma anche il mercato lo sa e ciò non aiuta a trovare compratori disposti a calare denaro contante.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inter, i migliori video