MILANO - Steven Zhang vuole lo scudetto a tutti i costi. Per aggiungere un altro titolo alla sua presidenza, ma soprattutto per rimanere nella storia del club grazie alla seconda stella. Il presidente però ha lasciato Milano lo scorso giugno e, da allora, non si è più fatto vedere. Essendo in Cina, non poteva partecipare fisicamente alla festa di Natale dell’altra sera. Lo ha fatto a distanza, attraverso un messaggio registrato preventivamente. Ad ogni modo, se la lontananza fosse l’unica mancanza – i contatti con dirigenti e allenatore sono mantenuti con telefonate e messaggi -, sarebbe un problema relativo. La verità è che l’Inter nel suo insieme avrebbe bisogno di ben altro da una proprietà, che dall’estate del 2020, ha di fatto staccato la spina, imponendo l’autosostentamento e tagliando anche una serie di sponsorizzazioni.
Zhang, acrobazie mercantili
Anche l’ultimo mercato è stato a saldo zero. Ma solo perché l’ultima campagna europea aveva garantito ricavi non previsti, scongiurando la necessità di sacrificare un big prima del 30 giugno. Entrati nel nuovo esercizio, comunque, è stato obbligatorio cedere Onana e Brozovic, incassando una settantina di milioni, per avere le risorse sufficienti per la campagna acquisti. Era andata peggio nel 2021, quando per fare cassa furono ceduti Hakimi e Lukaku. All’epoca, compreso l’andazzo, Conte aveva pensato bene di andarsene. Così è toccato a Inzaghi ripartire, assieme ovviamente a Marotta e Ausilio. Che, nonostante le difficoltà, sono puntualmente riusciti, spesso e volentieri azzeccando i giocatori svincolati, a costruire una squadra competitiva, capace di portare nella bacheca di viale Liberazione due Coppe Italia e due Supercoppe, con l’aggiunta di una finale di Champions.
Inter, attacco e Cuadrado
L’Inter di oggi ha l’organico più forte della Serie A, dicono i diretti avversari: comprensibile che abbia come principale obiettivo lo scudetto. Tuttavia non è priva di difetti. Se l’attuale emergenza in difesa, creata dagli infortuni, viene gestita e compensata, le lacune in attacco sono evidenti. Lautaro e Thuram formano la coppia, probabilmente, più forte del campionato. Alle loro spalle, però, ci sono due 34enni, Arnautovic e Sanchez, che stanno facendo fatica a incidere e che, soprattutto, non permettono di far riposare i titolari come sarebbe necessario. Sono arrivati perché piacevano e piacciono a Inzaghi, ma soprattutto perché costavano poco e perché non c’erano margini per investimenti più consistenti. Vista la situazione, sarebbe necessario un rinforzo nel reparto offensivo. Magari quel Taremi che è in scadenza e su cui Marotta e Ausilio stanno lavorando per la prossima stagione. Per il mercato di gennaio – c’è pure Cuadrado a rischio operazione -, però, non ci sono risorse. E così, a meno di cessioni (ma di chi?) -, o di prestiti gratuiti, non ci saranno innesti. Probabile che l’argomento sia stato affrontato nella cena di ieri sera alla Pinetina di tutta l’area sportiva, giocatori esclusi.
Rebus futuro
Come premesso, nonostante tutto, Zhang pretende lo scudetto. Il campionato si chiuderà il 26 maggio, mentre solo qualche giorno prima scadrà il prestito di Oaktree a Suning, con in pegno le quote dell’Inter. Manca chiarezza sul futuro. Vero è che la l’intenzione di Zhang sarebbe quella di conservare il club, strappando un rinnovo del prestito alla stessa Oaktree o ad un altro fondo. Il problema è che è disposto a farlo anche ad un tasso di interesse esorbitante: le proposte sono arrivate al 25-27%. Le conseguenze, però, sarebbero tutte a carico dell’Inter. Perché anche non dovendo ripagare direttamente quel denaro, avrebbe comunque in carico una parte degli interessi. E, soprattutto, avrebbe davanti altre stagioni di sofferenza e difficoltà finanziarie. Peraltro, se i meriti dei vari Marotta, Ausilio e Inzaghi sono fuori discussione, non è scontato che, in tali condizioni, l’Inter sia in grado ogni anno di lottare per vincere qualche cosa.