Inter in bilico nonostante i ricavi in crescita: Oakree avanza

La semestrale è in crescita del 36,4%, ma il futuro della società resta in bilico. A  maggio può già passare  al fondo americano
Pietro Guadagno 
2 min

MILANO – I conti dell’Inter migliorano. La conferma arriva dai numeri della semestrale dell’intero Gruppo: al 31 dicembre 2023, infatti, è stato registrato un utile netto consolidato di 22,3 milioni di euro. La differenza rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio è di 85,8 milioni, visto che il risultato al 30 dicembre 2022 era in rosso per 63,5 milioni. Il miglioramento è frutto di aumento dei ricavi del 36,4%, ovvero di 91,8 milioni, conseguenza delle operazioni di mercato della sessione estiva (incremento di 41,7 milioni) e della crescita degli incassi da diritti tv e da stadio per un totale di 29,4 milioni. In aggiunta è entrato in vigore il nuovo contratto con la Nike, mentre Paramount, sponsor di maglia per questa stagione, rispetta gli accordi, a differenza di Digitalbits. Per chiudere il quadro, Suning ha convertito altri 22 milioni di finanziamento soci in patrimonio netto, raggiungendo la quota di 98 milioni per questo esercizio.

Inter, la prospettiva

Le cifre, per la seconda parte dell’anno, sono destinate a calare. Non ci saranno, infatti, i ricavi legati al percorso Champions della stagione passata, e non si potrà far conto sulle plusvalenze (a meno che non ne vengano realizzate prima del prossimo 30 giugno). Di contro, salirà il premio per la Supercoppa (l’ultima edizione è più remunerativa) e si aggiungeranno, insieme ai vari bonus, pure quelli per lo scudetto in dirittura d’arrivo. La prospettiva, insomma, è quella di andare incontro ad un altro passivo, ma decisamente inferiore rispetto al -85 milioni del 2022/23.

In bilico

Ad ogni modo, i dati più che confortanti non cambiano la sostanza: il futuro dell’Inter resta in bilico. Il 20 maggio scadrà il prestito con Oaktree, che finora non ha accettato di concedere altro tempo a Steven Zhang. Peraltro, continua ad essere complicata la ricerca di un altro istituto finanziario che conceda il rifinanziamento. Insomma, è sempre più probabile che sia il fondo americano a “chiudere” l’esercizio in corso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA