Inter, ora la ricerca di un equilibrio

Non è logico attendersi smantellamenti o smobilitazioni, ma un’accelerazione sul sentiero della continuità non sembra un’ipotesi tanto fantasiosa
Alessandro F. Giudice
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Fino a tarda sera Oaktree ha atteso la scadenza e da oggi potrà azionare il pegno sulle quote delle società con in pancia le azioni dell’Inter. In Lussemburgo la procedura è molto rapida. Basti tornare con la memoria al 2018 quando Elliott spossessò Yonghong Li del Milan: il 6 luglio (venerdì) non arrivò il rimborso dei 32 milioni anticipati da Elliott che il 9 luglio (lunedì) si sostituì a Li nei diritti di voto della società lussemburghese, azzerando il CdA nominato dal cinese. Il giorno successivo riunì l’assemblea straordinaria del veicolo, nominandone il nuovo CdA e annunciando in un comunicato di avere assunto il controllo del Milan. Due giorni dopo, 12 luglio, il trasferimento delle quote venne registrato nei registri camerali del granducato. Con la stessa procedura, Oaktree potrebbe completare le operazioni di sostituzione degli organi sociali entro venerdì e la prossima settimana tutto dovrebbe essere ufficiale. Con questa manovra, il fondo californiano acquisterà la proprietà del 68,55% dell’Inter mentre per il 31% in capo a LionRock dovrà escutere il pegno sulla società italiana International Sport Capital SpA e le procedure saranno più lunghe. 

Inter, tutti i passaggi dell'era Oaktree

In ogni caso, dopo i passaggi per l’acquisizione, il nuovo azionista convocherà l’assemblea dell’Inter che dovrà eleggere il nuovo CdA, previo azzeramento di quello in carica e la concentrazione pro tempore di tutte le deleghe in capo all’amministratore delegato (Marotta). Un passaggio dovuto, perché il diritto italiano non consente all’azionista di revocare amministratori senza una giusta causa e perché non ci si attende le dimissioni spontanee degli uomini di Suning in CdA. Dopo questi passaggi si aprirà l’era Oaktree, si consegneranno le deleghe al management, si discuteranno piani finanziari e obiettivi. Sul tavolo ci sono questioni importanti: i rinnovi di alcuni big (Lautaro e Barella) da affrontare prima che si avvicini la scadenza degli attuali contratti, il prolungamento di Inzaghi, il mercato. Difficile anticipare se cambierà la prospettiva rispetto allo stile di gestione di Zhang.

Inter, ora serve equilibrio

Negli ultimi anni, l’Inter non è stata autosufficiente ma ha necessitato di continue iniezioni di cassa che Zhang ha sempre effettuato attingendo dai conti della controllante lussemburghese, già rimpinguati dal finanziamento Oaktree. I fondi non hanno molta flessibilità nel sostenere aumenti di capitale, soprattutto se non programmati con largo anticipo e non funzionali a obiettivi precisi. Non sarebbe perciò una sorpresa se il nuovo azionista impartisse direttive più stringenti che in passato. In tal caso, bisognerebbe ragionare sulla convenienza economica a rinnovare contratti molto onerosi appesantendo così un monte ingaggi che l’Inter deve progressivamente ridurre, rispetto alle eventuali possibilità di cessione sul mercato. Non è logico attendersi smantellamenti o smobilitazioni, ma un’accelerazione sul sentiero di equilibrio non sembra un’ipotesi tanto fantasiosa


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