Serie A, Inter prima per monte ingaggi: scavalcata la Juve, Roma quarta

I nerazzurri salgono a quota 142 milioni contro i 114 del club bianconero. In totale il campionato italiano dà 1 miliardo ai calciatori
Serie A, Inter prima per monte ingaggi: scavalcata la Juve, Roma quarta© Inter via Getty Images
Giorgio Marota
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La nuova Signora del calcio italiano è vestita di nero e di azzurro e sul Trono di Spese lasciato vacante da Madame sembra starci comodissima. La Juve non è più la regina del monte ingaggi della Serie A: adesso comanda l’Inter - circa 142 milioni di ingaggi al lordo contro i 114 dei bianconeri -, l’eterna rivale con la quale potrà fare i conti (calcistici) il prossimo 27 ottobre a San Siro. È la prima volta dalla stagione 2012-13 che i nerazzurri si prendono la vetta di questa classifica. La macchina del tempo ci riporta alla squadra di Nagatomo, Pereira, Guarin e Cassano, ma anche di alcuni reduci del Triplete come Zanetti, Stankovic, Cambiasso, Sneijder e Milito, l’ultima vera Inter di Moratti prima della cessione a Thoir: quella formazione, la più costosa del campionato, chiuse al nono posto tra le polemiche. Dalla stagione successiva alla Pinetina sono cominciati i tagli al personale e, per un paio di anni, il club più generoso con i propri calciatori è diventato il Milan. Si direbbe un lampo dell’ultimo Berlusconi, poi dal 2015-16 a Torino hanno rimesso la freccia.

Rivoluzione Juve, l'Inter alza gli stipendi

La gestione Agnelli ha rivoluzionato la Juve, tirandola fuori dalla depressione post-Calciopoli fino a farla diventare una superpotenza economica mondiale: in 7 anni AA triplicò i ricavi grazie alle gloriose campagne di Champions e allo sviluppo del brand (da 220 a 660 milioni) e, conseguentemente, vide crescere le spese per rendere sempre più competitivo il parco giocatori. Persino il sogno CR7, a un certo punto, sembrò alla portata. Nei tempi delle vacche grasse, la Juventus è arrivata a elargire 259,6 milioni di ingaggi ai propri atleti. Il picco è del 2019-20, la stagione interrotta dalla pandemia e condizionata dalle famose manovre stipendi oggetto di indagine della giustizia sportiva e della magistratura, divenute necessarie per non sprofondare in un default finanziario. Nei giorni del Covid l’Inter, che non vinceva uno scudetto da 10 anni, spendeva meno della metà di emolumenti: 116,6 milioni. Tutto è cambiato con l’ascesa ai piani nobili del calcio della società guidata da Marotta, mentre a Torino Agnelli avviava la spending review che con Elkann, e Scanavino dal punto di vista operativo, sarebbe successivamente diventata una rigida dieta economica. Il leggero gap dell’anno scorso (125,6 milioni di ingaggi per la Juve, 123,6 per l’Inter) è stato cancellato con l’ultima sessione di mercato nella quale l’Inter ha alzato lo stipendio di Lautaro e ha aggiunto Zielinski e Taremi al gruppo di Inzaghi, senza spendere tra l’altro in cartellini; vicevesa, alla Continassa hanno investito circa 200 milioni in acquisti per avviare il ciclo di Motta, ma hanno anche dato una sforbiciata senza precedenti alle buste paga grazie alle uscite, tra i tanti, di Szczesny, Chiesa, Alex Sandro, Rabiot e Kostic.

Serie A: Milan sul podio, Como già in alto

Il campionato oggi rimpolpa le tasche dei calciatori con 1 miliardo di euro, quasi il doppio rispetto a dieci anni fa. Un piccolo passo nella direzione della sostenibilità è stato compiuto, visto che gli ingaggi sono segnalati in calo (minimo ma progressivo) dal 2020-21; in Serie A però l’impatto del costo del lavoro allargato al netto delle plusvalenze (costo imputabile al personale tesserato, compresi gli ammortamenti, diviso i ricavi di vendita) continua a incidere per l’85% sui fatturati. Dopo Inter e Juve, sul podio adesso c’è il Milan, poi la Roma, il Napoli, la Lazio, l’Atalanta, la Fiorentina e il Torino. Basta dare uno sguardo ai conti del Como per capire che gli indonesiani fanno sul serio: al loro debutto in A spendono già più del Bologna che gioca la Champions, mentre tra le medio-piccole Verona, Empoli e Lecce si confermano le più oculate. La rosa empolese costa meno dei 23 milioni dell’ingaggio lordo di Vlahovic, che contro i difensori toscani è rimasto a secco di gol.


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